Nel corso di una intervista tenuta nel corso del weekend, il CEO Google Eric Schmidt ha annunciato il prolungamento dell’accordo con Apple relativo al search advertising sui device di Cupertino. Google, insomma, rimane il motore di ricerca predefinito sui dispositivi Apple (iPhone, iPad) e le parti continueranno, come già in passato, a condividere gli introiti derivanti.
Eric Schmidt non ha fornito particolari sull’accordo, ma ha dato il tutto per certo. Cade così in pochi secondi la suggestione che vedeva Bing come motore di ricerca predefinito sui dispositivi di Cupertino, ipotesi che agli occhi dell’utenza Apple poteva sembrare una commistione insana tra diavolo e acqua santa (al momento Safari 5 prevede Bing come alternativa, ma non come motore selezionato da impostazioni standard). L’ipotesi nacque però nel momento di massima tensione tra Apple e Google, quando Eric Schmidt dismise la compresenza nei due board dividendo così le sorti delle due aziende. A distanza di mesi le frizioni di allora sembrano però edulcorate: i gruppi sembrano aver ritrovato l’intesa e, partendo dall’accordo sull’advertising, potrebbero tornare a dialogare.
Schmidt non si nasconde: Google e Apple sono grandi aziende destinate tanto a collaborare, quanto a competere. La collaborazione sul search advertising, insomma, non esclude il proseguimento della battaglia tra iOS ed Android, nonché tra i rispettivi servizi di advertising pensati per le applicazioni mobile. Tra i due sistemi operativi per la mobilità invece non v’è possibilità di conciliazione: Google, anzi, rivendica la priorità nel settore, spiegando di aver pensato Android prima ancora che l’iPhone vedesse la luce. Due conferme in una: 1) quando i rumor sul GPhone venivano negati con forza dal gruppo, in realtà qualcosa di vero c’era; 2) la frattura tra i due gruppi non potrà essere rimarginata e le parti sono ormai rassegnate ad accettare questa nuova situazione concorrenziale.
Ma un cenno a Bing Schmidt lo dedica. Ne parla come del maggior rivale attuale, come di un pericolo concreto che il gruppo tiene in considerazione. Facebook, insomma, è visto come un grande fenomeno con il quale non v’è però competizione diretta, mentre su Bing il CEO Google rivela maggior attenzione.