Ci è voluto un anno, ma ora Apple ha definitivamente abbandonato i processori PPC e monta su tutte le macchine processori di Intel.
La scelta, sicuramente non facile, è stata annunciata da Steve Jobs – al WWDC del 6 gennaio 2005- in seguito ad una crisi nella produzione di microprocessori da parte di IBM che era in ritardo sulla tabella di marcia di oltre un anno.
Il passaggio a una architettura completamente diversa non è stato affatto semplice ed è stato accolto molto male da buona parte degli appassionati preoccupati che MacOSX potesse finire per girare su qualsiasi pc danneggiando Apple stessa.
Fortunatamente l’azienda di Cupertino ha intrapreso chiare azioni legali nei confronti di chi cercava di far funzionare MacOSX su computer non creati da Apple e ha inserito controlli e aggiornamenti per scongiurare questo rischio riuscendo, almeno per ora, a mantenere il suo sistema operativo esclusiva dei Mac.
MacOSX 10.4 Tiger – e le versioni precedenti a dire la verità – era già stato compilato per i nuovi processori, così come tutti gli applicativi consumer di Apple, ma il problema erano tutte le applicazioni di terze parti e i relativi plugin!
Sui mac con Intel le applicazioni vecchie possono funzionare in un ambiente di emulazione chiamato Rosetta, ma con una notevole diminuzione delle prestazioni e quindi vanno adattate appena possibile alla nuova architettura.
Apple, a suo tempo, rese disponibile con i suoi strumenti di sviluppo Xcode la possibilità di ricompilare le applicazioni per renderle Universal Binary – ovvero in grado di funzionare in modo nativo sia su ppc che su Intel.
Sulle applicazioni molto complesse questa modifica non fu affatto facile.
Ad oggi ci sono applicazioni che non sono state ancora completamente adattate (Adobe Photoshop ad esempio è ancora in beta) e sulle nuove macchine girano ancora in Rosetta e quindi a velocità ridotta. Ci sono poi applicazioni che non verranno mai adattate ma, fortunatamente, sono pochissime e non saranno una grande perdita per il mondo Mac.
I Mac con il nuovo processore, purtroppo, non possono neanche far funzionare l’ambiente Classic quindi, col passaggio ad Intel, si è persa ogni compatibilità con MacOS9 e i suoi applicativi.
Fino a questo punto potrebbe sembrare che il cambiamento abbia portato solo svantaggi al mondo Apple, ma non è affatto così!
I processori Intel sono prodotti in volumi veramente considerevoli e hanno risolto il problema delle forniture che affliggeva Apple fin dai tempi del PPC G4.
Ora i processori arrivano in grandi quantità e sono aggiornati più spesso.
Tutti i processori Intel usati nei Mac -Xeon dual core per MacPro e Xserve, Core 2 Duo per tutti gli altri Mac tranne il Mac mini che monta un Core Duo- oltretutto, sono a 64 bit e dualcore, quindi, oltre ad avere grandi prestazioni consumano molto meno del G5 di IBM e infatti possono essere utilizzati anche nei portatili.
Un’altra importante novità dei Mac con processore Intel è la possibilità di installare ed eseguire Windows e tutti gli altri sistemi operativi normalmente utilizzati su pc (Linux ecc). Il Mac, da questo punto di vista, è diventato come un qualsiasi PC con la differenza che può far funzionare anche il migliore sistema operativo sul mercato, esente da virus e problemi di sicurezza, ovvero MacOSX.
Con applicativi dedicati come Parallels è possibile utilizzare Windows o Linux contemporaneamente al MacOSX, mentre con BootCamp è possibile riavviare il Mac e farlo partire da Windows o Linux trasformandolo temporaneamente in un normalissimo PC.
Questo rende i Mac attuali i computer più compatibili e versatili sul mercato.
E’ interessante sottolineare che, oltre a soddisfare le esigenze di coloro che comunque avrebbero comprato un mac, questa totale compatibilità è anche un grande incentivo per le vendite a nuovi utenti perchè li rassicura lasciando possibile l’uso di Windows nel caso che MacOSX non piacesse per qualche motivo – ipotesi piuttosto risibile.
I punti a favore del passaggio a Intel, comunque, non finiscono qua; i nuovi processori rendono molto più facile il porting degli applicativi da Windows a MacOSX e sarà quindi più facile che videogiochi e programmi escano anche per Mac!
Nonostante i disagi iniziali e la perdita della compatibilità con un sistema molto vecchio, si può dunque dire che il passaggio ai nuovi processori sia stata un’altra mossa azzeccata di Steve Jobs che ha nettamente migliorato le prestazioni dei Macintosh, allargato ulteriormente il bacino di possibili utenti e favorito la commercializzazione di software per MacOSX.