Il futuro di Apple diventa materiale da film giallo. E c’è già un nome in codice, Project Azalea, che sembra suggerire ai lettori di essere stati catapultati fra le pagine di un romanzo di Dan Brown. In realtà si tratta di una trovata giornalistica per indicare le possibili mosse di Cupertino per l’imminente produzione di device a stelle e strisce, in particolare i legami tra la stessa Apple e un gruppo di sconosciuti chipmaker.
Tim Cook l’ha confermato già da tempo, anche durante la recente intervista per NBC: Cupertino investirà 100 milioni di dollari per la creazione di una linea di produzione totalmente nordamericana, così da contribuire al benessere della nazione. La decisione nasce dalle fitte polemiche che hanno accompagnato il percorso di crescita dei capitali Apple, tutti investiti in Cina. E, così, si è detto che uno dei prossimi Mac – probabilmente il Mac Pro – sarà completamente fabbricato in patria. Oggi, tuttavia, si aggiungono dei dettagli da vera e propria spy-story.
Il tutto nasce da alcune indiscrezioni pubblicate sul The Oregonian: la testata ipotizza l’avvenuto accordo tra Cupertino e una società anonima, denominata in codice Azalea, per la creazione di un grande distretto produttivo per la realizzazione di microchip. Non è dato sapere di più, perché fra le parti sarebbe stato firmato un “nondisclosure agreement” che vieta la divulgazione all’esterno sia dei nomi implicati che degli accordi da contratto.
Divieto di divulgazione che non ha impedito, però, la moltiplicazione forsennata di rumor in Rete. E dall’Oregon si sono aggiunte altre tree aree produttive che la Mela avrebbe scelto per la nascita dei suoi primi impianti autoctoni: New York, California e Texas. Si parla già di strutture pronte, magazzini, planimetrie. Tutti dati che non vale nemmeno molto la pena citare, perché assumono più i caratteri della fantascienza che della fattibilità reale. E si parla già di posti di lavoro, un fatto certamente sentito per gli USA in crisi, con la ricerca di 400 ingegneri e migliaia di operai.
Ma chi è nascosto dietro il nome Azalea e quali sono gli interessi di Apple? Il mistero si infittisce ulteriormente. Si ipotizza, infatti, che Azalea non sia altro che TSMC, la società che dovrebbe iniziare a produrre i SoC di Apple dal 2014. Se così fosse, la produzione interna non riguarderebbe più Mac Pro, bensì gli iDevice come iPhone e iPad. Ma vi è anche un’altra interpretazione: e se il Project Azalea non riguardasse né Apple né TSMC? Effettivamente il chipmaker asiatico ha sempre lasciato intendere di voler operare in perfetta autonomia sui mercati, quindi è difficile che possa essere inglobato in toto in una fabbrica a marchio Apple. Non resta quindi che attendere i prossimi mesi, quando forse questi rumor diverranno più concreti.