Apple domina le conversazioni tecnologiche del Web, ma la pigrizia nell’intervenire direttamente sulla sua reputazione avvantaggia la concorrenza. È quanto emerge dalla discussa analisi condotta da We Are Social qualche giorno fa, la stessa ricerca che ha dato il via al tam-tam mediatico su “iPhone telefono più odiato“.
La redazione di Forbes ha voluto vederci chiaro, anche perché dalle dichiarazioni apparse su testate come il Daily Mail, ABC News, l’Examiner e molte altre, ben non è apparso chiaro perché iPhone 5 fosse lo smartphone più odiato dagli utenti. Dai dati raccolti dalla stessa We Are Social, infatti, emerge chiaramente come il melafonino sia il dispositivo con il più alto tasso di presenze su Twitter e i social network in generale, il device che domina tutte le conversazioni in Rete.
Forbes ha quindi rintracciato Ed Kitchingman, l’autore senior della ricerca, per cercare di capirne di più. Si scopre, allora, come iPhone 5 non sia propriamente il più odiato – si tratterebbe di una distorsione giornalistica poi ripresa da tutte le testate – piuttosto di un problema di comunicazione che la società d’analisi ha voluto mettere in evidenza con il suo studio.
iPhone 5 ha infatti dominato e continua a dominare le discussioni in Rete, senza specifici indicatori sul tasso di gradimento dell’utenza. Quello che emerge è, invece, come i competitor siano più esperti nel controllare il feedback online e a spostare le argomentazioni a loro vantaggio. In altre parole, il melafonino è apparso come il peggiore dei device semplicemente perché Apple è troppo pigra – o forse sarebbe il caso di dire per nulla interventista – per occuparsi di quel che viene detto sul suo conto da ammiratori e detrattori.
Samsung, così come lo stesso Kitchingman sottolinea, usa aggressivamente i social network, catalizzando l’attenzione degli utenti con promozioni, anteprime, con un linguaggio giovane e a tratti tartassante. Samsung invita i clienti a “conoscere il nuovo Galaxy” organizzando per loro uno show in stile Broadway, Apple invece preferisce dei keynote spesso nemmeno in streaming, dove ha accesso un gruppo ristretto di giornalisti di settore.
«Apple non è stata sufficientemente proattiva nello spingere messaggi positivi su iPhone 5 e su tutte le innovazioni offerte, con il risultato di conversazioni poco incentrate sulle sue funzioni. La mancanza di proattività e la mancanza di strategie di marketing focalizzate lasciano lo spazio sociale aperto agli altri marchi, che ne approfittano.»