Il giudice Richard Posner della corte distrettuale degli Stati Uniti, che si occupava della battaglia legale tra Apple e Motorola, ha chiuso il caso ancor prima che lo stesso entrasse nel vivo. La motivazione? A suo parere, nessuna delle due aziende ha presentato una documentazione sufficiente a far chiarezza su chi abbia ragione e chi torto. Partono anche i rimproveri per i due gruppi.
Apple sosteneva che Motorola avesse utilizzato indebitamente i suoi brevetti per i propri smartphone Android, ma il giudice aveva respinto l’accusa poiché considerata troppo generica: secondo Cupertino, l’azienda concorrente ne avrebbe infatti fruito per copiare i suoi prodotti nel loro insieme, ma questa non è stata considerata come una violazione, bensì come una legittima concorrenza.
Motorola aveva invece replicato accusando il competitor di non aver pagato quanto chiesto per l’utilizzo di alcune sue proprietà intellettuati considerate essenziali, ma secondo il giudice la richiesta economica era troppo esosa e non giustificata. Di conseguenza, il caso è stato chiuso dopo che il giudice Posner aveva dato una nuova chance alle due parti concedendogli una nuova udienza, ma a quanto pare sia Apple che Motorola non hanno presentato abbastanza prove a far luce sulla vicenda.
Le due società potranno fare appello contro la decisione ma il giudice sembra essersi esplicitamente lamentato del fatto che nessuno dei legali abbia portato documenti a sufficienza. Apple e Motorola non hanno infatti saputo dimostrare di aver subito danni economici dalla presunta violazione di proprietà intellettuali, di conseguenza Posner ha optato per una decisione del genere e non ha risparmiato dure critiche per un sistema brevettuale che incentiva agli scontri tra aziende: sono troppe infatti le cause legali nate in questi ultimi tempi per queste motivazioni, che animano sempre più il settore dell’ITC.