La Mela sarà un po’ più verde grazie alla grande centrale solare in fase di costruzione nel North Carolina. L’azienda di Cupertino è riuscita ad ottenere i permessi per operare su 171 acri di terra per la costruzione del Project Dolphin Solar Farm A Expanded, nome in codice con cui verrà chiamato, semplicemente, l’iDataCenter.
Si tratta, appunto, del progetto secondo cui Apple costruirà dei parchi solari vicino ai propri data center: un progetto di cui si sa davvero poco, dalla grandezza ai costi degli investimenti. Ma si tratta con ogni probabilità di un investimento senza pari che pone Apple al fianco di Google nell’investimento in energia alternativa per l’alimentazione dei propri server. Il vantaggio è doppio: minor impatto ambientale da una parte, costi ridotti dall’altra.
Il progetto fotovoltaico di Apple costerà qualcosa come 1 miliardo di dollari, presentandosi quindi come un consideravole investimento per l’azienda della Mela, la quale in passato aveva sì realizzato parchi solari nei pressi del suo data center, ma di dimensioni notevolmente più contenute della struttura attualmente in costruzione. Quest’ultima dovrebbe essere in grado di coprire buona parte del fabbisogno energetico del centro dati senza ricorrere a energia ottenuta da fonti inquinanti.
Più di una volta, infatti, colossi come Google, Yahoo e Facebook sono stati accusati dello sfruttamento delle fonti non rinnovabili per alimentare i data center ed anche per Apple l’energia solare è una novità. La stessa azienda, inoltre, era stata classificata con una lettera F da Greenpeace, poichè solo il 6% della sua potenza era costituita da energia pulita. La scelta di iniziare a costruire nel North Carolina forse non è un caso, perchè si tratta di uno tra gli Stati più inquinanti, con il 61% della propria energia proveniente dal carbone e il 31% dal nucleare.
L’impegno di Google ed Apple nel settore potrebbe inoltre avere duplice valore poiché potrebbe rappresentare uno stimolo per altre aziende, un esempio in grado di segnare con forza la conversione del mercato alle energie alternative. Le pressioni di Greenpeace sono finalizzate esattamente in questa direzione: creare un movimento tra l’opinione pubblica che costringa i grandi gruppi a piegarsi ad un maggior atteggiamento ecologico.