In quanto a design, e questo rimane argomento indiscutibile, il Mac rimane sempre e comunque un passo avanti a tutti. Ne è prova lampante l’ultimo pargolo di casa Apple, il nuovo iMac G5 presentato all’Apple Expo 2004 di Parigi.
Il G5 si presenta alla vista come un semplice schermo flat con annessi tastiera e mouse. Manca il corpo della macchina, il canonico “case”, che va a mascherarsi interamente all’interno del monitor. Il tutto viene a costituire una autentica meraviglia della tecnologia desktop, ed il product manager Apple Phil Schiller non limita l’entusiasmo della presentazione ufficiale sottolineando come sia il più sottile al mondo: appena 2 pollici.
Il nuovo iMac G5 (fonte: Apple.com)
Il G5 è distribuito in tre combinazioni nei formati 17 e 20 pollici, hard disk da 80 a 160Gb e processore da 1.6 o 1.8Mhz. Importante nota positiva del G5 è il prezzo, in sensibile calo rispetto ai precedenti iMac: il range va dai 1299$ della versione base ai 1899$ della versione full-optional. Scompare, rispetto al passato, la dimensione minore del monitor ormai superata dall’evoluzione dei dispositivi video oggi proposti dal mercato.
Il retro del monitor è elegante quanto la parte frontale: un semplice portantino ricurvo per sostenere la macchina (con un foro per rendere più lineare il passaggio del cavo di alimentazione), una fila ordinata di porte USB e la scritta argentata “iMac”. Sul lato frontale compare la tradizionale mela simbolo del gruppo di Cupertino. Apple sottolinea in grande evidenza come le menti del G5 siano le stesse che hanno partorito l’iPod.
«Where did the computer go?». La domanda sul dove voglia arrivare l’evoluzione dei computer campeggia sia nello stand G5 dell’expo parigino, sia sul sito ufficiale Apple. La domanda è lecita, ed il G5 sembra costituirne l’ovvia risposta: il computer tende a scomparire, lasciando l’utente in contatto diretto con il monitor, unica interfaccia fisica necessaria nel contatto con le informazioni create o cercate.