È probabile che Apple possa offrire, in futuro, una visione avvincente per riunioni di lavoro virtuali basate su avatar. Sembra che tutti i rumor stiano andando in questa direzione.
Apple investe sul metaverso: il visore avrà realityOS
Il CEO di Meta Mark Zuckerberg ci ha detto che, in futuro, terremo i nostri meeting di lavoro in spazi virtuali e saremo rappresentati lì da avatar.
E infatti, aveva ragione su questo. Ma sembra che l’OEM di Cupertino stia costruendo l’ecosistema più incredibile per le riunioni di lavoro virtuali basate su avatar. Sono emersi nuovi dettagli sulla realtà aumentata (AR) della mela e sembra qualcosa che potrebbe effettivamente trasformare il modo in cui i professionisti comunicano tra loro.
Attenzione: le piattaforme di cui stiamo parlando non sono apparse nemmeno in versione beta e quindi non possono essere effettivamente confrontate. Tutto ciò su cui possiamore fare affidamento sono le dichiarazioni dell’azienda, le fughe di notizie, i rapporti, le indagini, le speculazioni e il buon senso. In parole povere, prendete il tutto con “un pizzico di sale”.
Sembra infatti che Apple sta lavorando su un sistema operativo chiamato “realityOS“, che a volte Apple abbrevia come “rOS“. Lo sappiamo perché i riferimenti a “realityOS” e “rOS” sono stati scoperti nelle build di iOS 13 pre-release, un repository GitHub e persino nei log di caricamento dell’App Store. Il repository GitHub allude anche a un simulatore realityOS, presumibilmente per sviluppatori. La compagnia di Cupertino utilizza “Reality” nel marchio registrato per due strumenti di sviluppo AR denominati “RealityKit” e “Reality Composer”. E l’azienda di solito nomina i suoi sistemi operativi in base alle piattaforme hardware associate. Ad esempio:
- Apple iPhone: iphoneOS (ora abbreviato in iOS)
- Apple Watch: watchOS
- Apple iPad: iPadOS
- Apple Mac: macOS
- Apple TV: tvOS
E quindi:
- Apple Reality: realityOS
Tutti gli indizi portano alla nostra convinzione che la piattaforma di realtà mista di Tim Cook si chiamerà davvero Apple Reality. Sarebbe sia un riferimento alla “realtà” aumentata, virtuale e mista, sia anche al famoso “campo di distorsione della realtà” del defunto fondatore Steve Jobs.
Ad ogni modo, si tratta di mere speculazioni; vi invitiamo a leggerle senza prenderle per “assodate”. Ci vorrà tempo prima di avere un’ulteriore prova dell’esistenza del metaverso di Cupertino.
Ora, il giornalista di Bloomberg Mark Gurman (che ha fonti anonime insolitamente buone all’interno di Apple o dei suoi partner) suggerisce che i Memoji “potrebbero essere centrali” per una versione futura di FaceTime in realtà mista.
La cosa fantastica dei Memojis è che l’avatar trasmette le espressioni facciali in tempo reale dell’utente rappresentato, l’inclinazione della testa, i gesti e altre comunicazioni non verbali, mentre parla con la voce dell’utente. La capacità di trasmettere comunicazioni non verbali senza dover apparire in video è più attraente e confortevole per molti utenti rispetto alle videochiamate simili a Zoom, che possono lasciare le persone esposte, a disagio e non solo.
Voi cosa ne pensate?