Nonostante le vendite di iPad Mini abbiano già superato le prime aspettative di Apple, qualcosa sembra non funzionare a dovere dalle parti di Wall Street. Il titolo ha iniziato una discesa in borsa, seppur rimanendo a cifre stratosferiche per azione, e fra gli analisti scoppia il panico: la Mela è marcia? Cupertino è al tracollo?
Un certo allarmismo ha coinvolto i massimi esperti di borsa mondiali nel considerare come le azioni Apple, fino a poco tempo fa quasi alla soglia dei 1.000 dollari, stiano ora lentamente scendendo sui 500/700 del 2010. Un processo quasi fisiologico, verrebbe da dire ai non addetti ai lavori: dopo il boom di iPhone e iPad, sul mercato sono apparsi molti prodotti concorrenti ed è normale che l’utenza si sparga più o meno uniformemente fra le varie proposte. Eppure fra gli analisti non c’è accordo e, anzi, emergono due posizioni contrastanti.
Un segnale è chiaro: le ultime scelte della Mela evidentemente non sono state considerate così innovative come ci si aspettava. iPad Mini, pur avendo segnato un inatteso sold out, paga lo scotto di non essere dotato di un Retina Display. iPhone 5, invece, ha subito un freno a seguito della polemica sui graffi, mentre la nuova versione di iPad ha generato fitte polemiche fra gli utenti del nuovo iPad, spodestati dal trono della novità in poco più di 5 mesi. E poi le mappe di iOS 6, la cacciata di Scott Forstall e molto altro ancora. Eppure il titolo non naviga in cattive acque e le vendite continuano a essere prepotentemente promettenti. Che sta succedendo, allora?
Dalla parte dei fiduciosi di Apple si schiera Morgan Stanley, con l’analista Katy Huberty. Da sempre molto ben informata sui distretti produttivi cinesi, il ritmo con cui la produzione e gli investimenti stanno procedendo non lascerebbero presagire nulla di preoccupante. Tanto che Apple rischia nel 2013 di raggiungere il suo migliore dato di vendita di sempre, con il 37% in più di quanto nel 2012. I 210 milioni di iPhone e 120 milioni di iPad venduti ne saranno la conferma, cui seguirà un prezzo “overweight” di 714 dollari per azione, che potrebbe addirittura arrivare a 980 entro fine 2013.
Il mondo dei trader di Wall Street è invece più cauto, spinto anche da Greenberg Capital: nei prossimi due quarti fiscali, ci si attende da Apple la vendita complessiva di 89 milioni di iPhone e 42 milioni di iPad, con un’andamento a decrescita, almeno fino a quando non saranno introdotti nuovi modelli di iDevice. Le ipotesi per le azioni sono di circa 600 dollari l’una, ma il calo recente sarebbe un segnale di troppa sfiducia per lanciarsi in previsioni più azzardate. Ma forse il mondo della finanza a stelle e strisce non ha preso in considerazione un dato che Morgan Stanley considera fondamentale: il mercato cinese. iPhone e iPad stanno praticamente galoppando nella rossa Cina e promettono il botto nei prossimi mesi, quando il Governo centrale scioglierà definitivamente i nodi sulle licenze LTE. Apple ha già stretto contatti con China Unicom e China Telecom, i due carrier mobile principali della Nazione, e si pensa che iPhone 5 e iPad Mini riusciranno a saturare il mercato dalla concorrenza.