Non è di certo un segreto: Apple è un’azienda sempre più interessata all’universo della realtà aumentata. È quanto ha confermato Tim Cook in più di un’occasione, anche di recente nel corso di un’intervista per “Good Morning America”, anche se i piani della Mela per entrare in questo mercato non sono ancora ben noti. Qualche indiscrezione, tuttavia, potrebbe giungere da un brevetto accordato alla società negli ultimi giorni: un sistema di mappe stradali reso più comodo proprio dalla realtà aumentata.
Il brevetto, concordato dall’U.S. Patent and Trademark Office, spiega l’utilità di un sistema di “mappe a realtà aumentata”. La tecnologia, sfruttando la fotocamera integrata di iPhone nonché i suoi numerosi sensori, permette infatti di aggiungere indicazioni utili al percorso che l’utente sta seguendo in auto o a piedi, semplicemente inquadrando la scena. Non una novità assoluta, almeno nel mondo della realtà aumentata, ma vale la pena sottolineare come il brevetto sia stato sottoposto alle autorità competenti già nel 2010.
Il fatto non si tratti di una proposta recente, e forse già oggi superata da altre tecnologie, lo si comprende anche dalle immagini allegate al brevetto. Protagonista è un vecchio iPhone, privo di Touch ID, con un interfaccia che ricorda da vicino lo scheumorfismo di iOS 6 e antecedenti.
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In ogni caso, il brevetto rimane del tutto interessante: grazie all’accoppiata tra fotocamera e GPS, il sistema può infatti aggiungere sulla scena nomi delle strade, punti d’interesse, servizi di soccorso, informazioni sul traffico e molto altro ancora. La registrazione spiega, inoltre, come la tecnologia necessiti di accelerometro e giroscopio per poter funzionare correttamente, nonché di una bussola digitale e di un collegamento mobile alla rete Internet. Non ultimo, la realtà aumentata in salsa Apple può anche identificare luoghi specifici della città, semplicemente inquadrandoli: ad esempio, puntando lo smartphone verso un monumento, si potrebbero ricevere tutte le informazioni storiche e sociali sullo stesso. Come già accennato, il brevetto in questione è stato presentato nel 2010, ma solo cinque anni dopo ha ottenuto l’approvazione finale dall’US Patent and Trademark Office.