L’Apple Media Event di domani, probabilmente dedicato al mondo educational con innovazioni per la creazione di libri di testo digitali, potrebbe forse escludere scuole superiori e università dai propri intenti. È quel che rivela una recente indiscrezione, che svela come il focus dell’iniziativa si concentrerà sulla categoria “K-12”, ovvero le classi primarie e secondarie.
Ad affermarlo è una fonte di Bloomberg, che sottolinea l’intenzione di Eddy Cue di entrare in un mercato particolarmente fiorente, quello dei libri di testo, dal valore di 10 milioni di dollari l’anno. Ecco come la testata definisce l’obiettivo dichiarato di Cupertino:
«Ridurre i costosi tomi che appesantiscono gli zaini in favore di libri digitali meno cari, interattivi e uplodati ovunque sul Web.»
La scelta di focalizzarsi su studenti e insegnanti delle scuole primarie e secondarie, che per conversione con il sistema scolastico italiano corrisponderebbero a una fascia che va dai pargoli dell’asilo fino ai ragazzi delle medie, sarebbe tutt’altro che casuale.
Così come anticipato nella giornata di ieri, Apple sarebbe pronta al lancio di quel che è stato definito come il “GarageBand degli eBook”, ovvero una suite facilitata per la realizzazione di libri digitali con contenuti interattivi, con cui studenti e insegnanti potrebbero personalizzare i programmi scolastici. In quest’ottica, appare evidente come i principali destinatari siano proprio maestre elementari e professori delle medie: data la relativa leggerezza dei piani di studio, sarebbe per loro possibile creare volumi ad hoc partendo da zero, abbandonando quindi tomi di origine commerciale. Ipotesi invece non applicabile per scuole e superiori e università, dove i programmi sono decisamente più ampi. Vi sarebbe, poi, una motivazione di natura prettamente economica: in molti stati degli USA sono le amministrazioni locali a fornire i libri di testo agli studenti, così la possibilità di risparmiare con la digitalizzazione risulterebbe decisamente appetibile per le istituzioni dati i loro risicati budget.
Come lecito attendersi, non si tratterà però di un sistema chiuso ed esclusivo per queste fasce di età. Così come gli autori Peter Burrows e Adam Satariano suggeriscono in alcune loro indiscrezioni, l’environment digitale che Cupertino starebbe rifinendo sarebbe utile anche all’autopromozione, considerato come verrà probabilmente aperta un’apposita sezione di distribuzione su iBookStore:
«Apple vuole spingere gli “auto-editori” a creare nuove modalità di insegnamento. Le maestre potrebbero utilizzare il sistema per definire la lezione della settimana, gli scienziati e gli storici potrebbero sfruttarlo per pubblicare contenuti dal look professionale senza bisogno di accordi con un editore.»
Ma uno strumento che spinga gli addetti del settore a creare materiale ad hoc oppure a sfruttare un canale di vendita che scavalchi le normali consuetudini dell’editoria, non solleverà le proteste dei publisher? È proprio per questo motivo che Apple avrebbe stretto accordi con McGraw-Hill e molti altri: accanto alle proposte “fai-da-te”, infatti, potrebbe verificarsi un processo di informatizzazione dei libri di testo cartacei di origine commerciale, messi in vendita sempre via iBookStore.