Una sorpresa di fine anno poco gradita giunge da Taiwan per Apple: la società dovrà pagare ben 670.000 dollari per aver infranto le normative locali sulla concorrenza. Il motivo? L’imposizione di propri prezzi per la vendita degli iPhone tramite gli operatori telefonici locali.
Apple avrebbe obbligato gli operatori e la grande distribuzione di Taiwan, così come avviene nel resto del mondo, a mantenere una certa soglia di prezzo per i propri melafonini – iPhone 5S e iPhone 5C inclusi – influenzando così il normale incontro di domanda e offerta sul mercato. È quanto sostiene la locale Fair Trade Commission, l’Antitrust dell’isola, nel constatare come Cupertino abbia richiesto la sottomissione dei listini e delle offerte abbinate al proprio controllo, molto prima che i device targati mela morsicata fossero disponibili nei negozi. E il tutto sarebbe emerso dall’intercettazione di alcuni scambi telefonici e via posta elettronica. Arriva così una maximulta pari a 670.000 dollari statunitensi, una cifra che potrebbe aumentare esponenzialmente se la Mela dovesse decidere di non cambiare le politiche di vendita nella regione asiatica.
«È stato svelato come la società di Cupertino abbia violato l’articolo 18 del Fair Trade Act indicando ai tre principali service provider locali a quale prezzo vendere gli iPhone. Apple ha inoltre chiesto a Chunghwa Telecom, Far Eastone Telecommunication e Taiwan Mobile di aggiustare le proprie tariffe.»
Secondo l’Antitrust asiatico, Apple non avrebbe alcun diritto di determinazione del prezzo dopo aver ceduto i diritti di distribuzione agli operatori mobile. I carrier possono quindi decidere di modificare le tariffe, pur mantenendo un livello di giusto ritorno per la Mela, qualora le condizioni di mercato lo richiedessero, ad esempio quando i costi troppo elevati fungono da deterrente all’acquisto. Inoltre, pare che la logica della determinazione a priori dei listini influenzi l’intero settore degli smartphone, spingendo la concorrenza a innalzare i prezzi spinti dall’ondata di Cupertino. Se Apple dovesse decidere di perseverare con la sua politica di controllo dall’alto dei prezzi, verrà comminata un’ulteriore super-multa da ben 1.7 milioni di dollari.