A quasi un mese dal lancio ufficiale, giungono le prime impressioni della concorrenza su Apple Music, la piattaforma di streaming musicale voluta da Cupertino per iOS, OS X, Windows e in futuro anche Android. Il primo giudizio in merito arriva da Brian McAndrews, CEO di Pandora, il quale ha affermato come l’environment musicale targato mela non stia influendo sugli ascolti degli utenti.
Apple Music non è, e probabilmente non sarà, una minaccia per Pandora. È questo il succo del discorso del CEO dell’azienda, in occasione di una conference call per presentare i risultati fiscali dell’ultimo quarto. Sebbene il servizio non sia disponibile in Italia, è uno fra i più popolari negli Stati Uniti, quindi uno dei competitor diretti per il gruppo di Cupertino.
Così come McAndrews sottolinea, dal lancio lo scorso 30 giugno di Apple Music non si è registrato “alcun impatto” sulle abitudini degli ascoltatori di Pandora. Lo dimostrano anche i dati del trimestre: 285,6 milioni di dollari, per una crescita del 30% dell’advertising, ben oltre le più rosee aspettative degli investitori.
Con un grande lancio come questo di Apple Music e il subbuglio sul mercato, ci potrà essere qualche utente che decide di sperimentare per un po’, quindi potrebbe esservi un impatto di breve termine. Ma non crediamo che vi sarà un impatto di lungo termine.
Pandora ora dispone di 79,4 milioni di ascoltatori e, a differenza di Apple Music, non si tratta di un servizio on-demand. La sequenza di brani è proposta tramite algoritmo, anche se l’utente può specificare quali siano le proprie canzoni e i propri artisti preferiti. È forse per questo, di conseguenza, che l’arrivo dell’ambiente Apple sul mercato non ha avuto grandi conseguenze sul competitor, poiché i due servizi sembrano essere destinati a tipologie di appassionati diversi. Di conseguenza, sebbene questo primo dato sia certamente interessante ai fini dell’analisi dell’universo dello streaming, sarà ben più significativo l’eventuale e futuro confronto con Spotify e affini.