La polemica aperta da Taylor Swift, e risoltasi con un perfetto lieto fine, non sembra essere l’unica ad aver coinvolto Apple Music. La neonata piattaforma di streaming targata mela morsicata, infatti, diventa oggetto di una singolare petizione negli Stati Uniti: quella per i credits completi di singoli e album. L’idea, nata da un bassista statunitense, nasce per riconoscere il giusto impegno di chi spesso viene dimenticato quando un brano raggiunge il successo: i musicisti, i tecnici, i produttori e quant’altro.
A dare notizia dell’iniziativa è Billboard, sulla base di una petizione aperta sulla piattaforma di condivisione sociale MoveOn. Dal titolo eloquente, “Show the Album Credits on Apple Music!”, la protesta richiede al gruppo di Cupertino di riportare per esteso tutti i credit nell’interfaccia del software, affinché si renda giustizia anche a chi solitamente viene relegato ai margini del mercato discografico.
Padre dell’idea, nonché primo firmatario, è il bassista Jon Burr, il quale ha così commentato l’avvio di una petizione online:
Vogliamo sapere chi stia suonando la musica che ascoltiamo, chi l’ha prodotta, chi l’ha arrangiata, dove è stata registrata e da chi. […] Abbiamo scelto Apple come target perché, al momento, il lancio di Apple Music è privo di questa categoria d’informazioni. Apple ha dimostrato la volontà di ascoltare i feedback in passato ed è sensibile alla sua user base. Come leader della tecnologia e del marketing musicale, se impostasse un trend gli altri potrebbero seguirla.
Così come sottolinea Billboard, però, il problema potrebbe non essere di immediata risoluzione. Per riportare tutte queste informazioni su brani e album di Apple Music, infatti, è necessario organizzare al meglio i metadata connessi a ogni singolo file. Eppure, sebbene in altri frangenti informatici la pratica sia di uso comune, in ambito musicale per decenni si è discusso sulla standardizzazione di questi metadati, senza mai giungere a una definizione comprensiva e approvata da tutti gli attori in gioco.
Se incoraggiamo un cambio culturale e sviluppassimo una catena di fornitura migliorata, otterremo quel progresso necessario ai musicisti, ai compositori, agli autori, agli ingegneri, ai fotografi, ai designer e a tutti gli altri creativi.
Al momento, non è ancora giunta una risposta da Cupertino, così come da servizi similari quali Spotify o Pandora.