Apple Music, la piattaforma di streaming musicale di Cupertino, è pronta a una nuova era. A pochi giorni dal primissimo compleanno, Apple ha approfittato della WWDC 2016 per lanciare un redesign del servizio, rinnovamento incluso nell’imminente iOS 10. Grandi speranze vengono riposte dalla dirigenza californiana sulla seconda versione di Apple Music, forte di oltre 15 milioni di abbonati, così come rivelano Jimmy Iovine, Eddy Cue, Robert Kondrk e Trent Reznor in un’intervista post WWDC. Il leader dei Nine Inch Nails, tuttavia, si è voluto sbilanciare sulla concorrenza, in particolare parlando del modello di distribuzione di YouTube.
Reznor collabora con Apple da diversi anni, in qualità di dipendente. L’artista, uno dei più poliedrici sul mercato musicale, detiene un ruolo da consulente per le iniziative di Apple Music, tra cui la volontà di proporre delle playlist che non siano dettate solamente da algoritmi, ma anche e soprattutto dall’intervento di esperti umani. A un anno dal lancio della piattaforma di streaming, Reznor si dichiara particolarmente soddisfatto, sia per i 15 milioni di abbonati che per la strada tracciata dal gruppo di Cupertino: il focus, infatti, è quello di rimettere la musica e l’artista al centro, riconoscendone un’adeguata compensazione. È forse questa, di conseguenza, la ragione che ha spinto il musicista a esprimere un parere diretto sui concorrenti gratuiti. YouTube fra tutti:
Trovo il business di YouTube molto in malafede. È costruito sulle spalle di contenuti gratuiti e rubati, ecco perché sono diventati così grandi. Stanno accrescendo i loro numeri, alle spalle del mio lavoro e di quello dei miei colleghi. […] Stiamo cercando di costruire una piattaforma che fornisca un’alternativa, dove si può essere pagati e si può controllare dove finiscono i propri contenuti.
Il riferimento non è ovviamente ai canali di streaming perfettamente legali, e spesso basati sull’advertising, disponibili su YouTube. In questo caso, Reznor probabilmente indica come responsabili i contenuti user-generated, spesso ricchi di musica e altri materiali coperti da copyright che, per quanto limitati dal servizio con più che puntuali rimozioni, comunque contribuiscono all’audience totale della piattaforma.
Nel mentre, Reznor ha ammesso di non aver colto sin da subito le potenzialità dello streaming, non almeno prima di unirsi a Beats e ad Apple. Dopo un periodo di diffidenza, l’artista ha compreso come i musicisti debbano adattarsi ai rapidi cambiamenti tecnologici e di mercato, migliorando servizi e piattaforme dall’interno. E sulle novità di Apple Music, incluse in iOS 10, così commenta:
È stato davvero interessante vedere come funziona questo processo e quanto tempo e pazienza richiede. L’aggiornamento di Apple Music è il risultato di una profonda analisi di come le persone davvero lo utilizzino, non ipoteticamente, ma realisticamente.