Nonostante la giovane età, e forse proprio per questo, iPhone 3GS continua a scontentare gli utenti soprattutto su tre fronti fondamentali: durata della batteria, anomalo surriscaldamento e una pericolosa vulnerabilità con gli SMS.
E se a questi aggiungiamo i noti problemi di connessione al WiFi (che però riguardano tutti i dispositivi lambiti dal firmware 3.0) e quelli col rivestimento oleofobico, è chiaro che l’ostinato silenzio perpetrato da Apple a riguardo potrebbe iniziare a infastidire i più nervosi.
Il problema, in effetti, è la solita, atavica tendenza di Apple a minimizzare il più possibile le questioni tecniche, le specifiche, e così accade che molti utenti possano rimanere delusi dai proclami del marketing che, senza avallo tecnico, rischiano di diventare veri e propri atti di fede. Apple afferma che la durata della batteria, ad esempio, è fortemente dipendente dall’uso che si fa del telefono, il che è vero. Tuttavia, è inutile rendere disponibili “feature” come notifiche push o la sincronizzazione wireless di Mobile Me se, una volta abilitate, fanno durare l’iPhone poche ore. Secondo alcuni analisti, infatti, non è la batteria ad essere inadeguata (è fisicamente più grande di quella implementata su iPhone 3G), è il software ad essere inefficiente nella gestione energetica.
Per quanto riguarda i problemi di surriscaldamento c’è probabilmente poco da fare. L’hardware integrato e la compattezza di iPhone fanno sì che si possano verificare anomalie di questo tipo, e il caldo dell’estate certamente non aiuta. Ovviamente, c’è sempre la possibilità che Apple riesca quanto meno a limitare via software le temperature durante i picchi computazionali, ma questo potrà dirlo solo il tempo.
Ben più grave invece la vulnerabilità negli SMS che può consentire a terzi di installare da remoto software non verificato con accesso di root. A riguardo, Charles Golvin della Forrester Research è severo:
Ritengo che la vulnerabilità riguardo gli SMS possa essere la più urgente, viste le storie di iPhone zombie, crackati e con comportamenti anomali, e lascerà probabilmente l’impressione negativa più duratura, anche più dei problemi di surriscaldamento e batteria.
Insomma, di lavoro da fare per Cupertino ce n’è ancora molto. E possibilmente, sarà il caso di diventare finalmente un po’ più trasparenti, per esempio sulle tecniche utilizzate per la crittografia hardware implementata in iPhone 3GS, altrimenti il rischio per Apple è che iPhone passi solo come una sorta di giocattolo tecnologico per l’utente comune, soprattutto agli occhi del lucroso e distante mercato “enterprise”.