Apple potrebbe presentare, in occasione di un evento speciale il prossimo 25 marzo, un servizio in abbonamento dedicato ai quotidiani e ai magazine. Una sorta di “Netflix delle News”, così come emerso nella giornata di ieri, per proporre all’utente un servizio integrato a fronte del pagamento di un singolo accesso mensile. A quanto pare, la società sarebbe riuscita a concordare un modello di revenue sharing al 50% con gli editori.
È quanto suggerisce il The Wall Street Journal, con una conferma giunta anche da Recode. Secondo quanto reso noto, Apple avrebbe scelto un modello di guadagno al 50% per la sua piattaforma dedicata alle notizie, una percentuale ben più elevata rispetto ad altre piattaforme del gruppo. Su App Store, ad esempio, la quota del revenue sharing con gli sviluppatori è del 30%, una cifra che può però diminuire con il passare degli anni.
L’indiscrezione ha generato curiosità e sorpresa fra gli esperti di settore, tuttavia il mercato editoriale appare molto differente rispetto a quello delle applicazioni o, ancora, dello streaming di Apple Music. In un periodo storico in cui le testate continuano a perdere abbonati, e la competizione online si fa sempre più dura, l’esposizione offerta dal gruppo di Cupertino – a cui si aggiunge l’ampia diffusione degli iDevice nel mondo – potrebbe essere sufficiente per compensare la suddivisione meno vantaggiosa dei guadagni.
Secondo alcune fonti, infatti, pare che Apple abbia promesso agli editori di investire ingenti somme di denaro per la promozione del suo servizio, tanto da presentare modelli di crescita in grado di attirare milioni di sottoscrittori in tutto il mondo. Molte case editrici avrebbero quindi deciso di accettare senza troppe remore, ritenendo l’accordo vantaggioso.
Eppure, sebbene non si facciano nomi, alcuni editori avrebbero invece declinato l’offerta, ritenendo piattaforme esterne ad Apple più vantaggiose. D’altronde, diverse testate oggi possono disporre di sistemi d’abbonamento online che garantiscono di recuperare il 100% degli introiti. Tutto dipende, di conseguenza, da quanto diverrà popolare il servizio di Cupertino: se davvero sarà in grado di attirare milioni di lettori, anche per i più dubbiosi potrebbero non esservi molte alternative.