Apple potrebbe aver deciso di far marcia indietro sui progetti per la crittografia su iCloud. Il gruppo californiano da tempo sarebbe al lavoro per l’implementazione di una codifica sicura end-to-end per i backup sulla nuvola, ma pare abbia deciso di rinunciarvi in risposta a un feedback negativo da parte dell’FBI.
Negli ultimi anni, la società di Cupertino e l’agenzia federale statunitense si sono trovate spesso contrapposte, per via delle misure di sicurezza volute sui dispositivi mobile. Da iOS 8 in poi, infatti, tutti i dati conservati sugli smartphone Apple sono coperti da crittografia end-to-end, un fatto che ne rende impossibile il recupero da parte della stessa mela morsicata, anche in presenza di una richiesta governativa. Differente, invece, la questione dei backup su iCloud: non essendo al momento sottoposti al medesimo tipo di crittografia, possono essere ottenuti e analizzati dalle autorità, in presenza di un mandato.
La decisione di Apple di fare un passo indietro rispetto a iCloud, così come specificano AppleInsider e Reuters, potrebbe essere relativa al recente caso di Mohammed Saeed Alshamrani, l’attentatore della sparatoria di Pensacola. L’FBI ha richiesto lo sblocco degli iPhone posseduti dall’accusato, procedura però rifiutata dalla società di Cupertino. Allo stesso tempo, Apple avrebbe collaborato per fornire il backup iCloud di questi dispositivi, rendendo così disponibili delle informazioni utili alle indagini. Proprio in relazione alla volontà di Cupertino di rendere privati e inaccessibili anche i documenti sulla nuvola, l’FBI avrebbe espresso un parere negativo, chiedendo il supporto all’azienda californiana affinché desista per non rendere ulteriormente complesse le fasi d’indagine.
Così come riferisce AppleInsider, nel 2019 Apple avrebbe consegnato 6.000 backup iCloud alle autorità statunitensi, sulla base di mandati controfirmati da giudici. La società non ha commentato ufficialmente le indiscrezioni emerse oggi.