Una rivoluzione potrebbe presto colpire gli Apple Store di tutto il mondo. Il gruppo di Cupertino sembra aver deciso di intraprendere la strada dell’abbandono dei software venduti tramite supporto fisico nei negozi, favorendo invece la loro distribuzione attraverso il Mac App Store. Nei negozi della Mela, dunque, a breve potrebbero essere rimossi tutti gli scaffali contenenti CD e DVD relativi a software per Mac.
Il processo di rivisitazione delle modalità di vendita di applicazioni per Mac, del resto, è già attivo da alcuni anni: nel corso dei mesi le dimensioni dei box sono diminuite sempre più, fino ad arrivare a contenere perfettamente il disco di installazione ed il manuale di istruzioni. Il successo del Mac App Store potrebbe aver spinto dunque Cupertino ad accelerare tale processo, pianificando un programma di dismissione dei classici scaffali presenti in ogni negozio con l’insegna della Mela.
La rimozione dei software dai negozi permetterebbe inoltre di guadagnare importanti spazi per fornire maggiore visibilità ai principali prodotti Apple e ai relativi accessori. Tra le ipotesi giunte negli ultimi giorni figura anche un possibile nuovo servizio di assistenza alla vendita che permetterà ai nuovi clienti di essere introdotti dagli addetti del negozio al mondo del Mac App Store. Il mondo mobile e quello dei computer sembrano dunque correre su binari sempre più vicini dalle parti di Cupertino, ove tutto lascia pensare all’intenzione di far approdare iOS anche sui Mac.
Un punto chiave dell’intera questione è quello di applicazioni quali Microsoft Office o Adobe Photoshop, non ancora disponibili nel Mac App Store, sul quale potrebbero non approdare mai per decisioni aziendali dei rispettivi produttori. I principali software Apple, come ad esempio Aperture o la suite iWork, sono disponibili nello store sin dal lancio dello scorso 6 gennaio e hanno fatto registrare cifre di vendita sufficientemente alte. Se però programmi del calibro di quelli citati non seguiranno mai la strada del Mac App Store la situazione potrebbe complicarsi notevolmente per Apple, che dovrebbe scegliere di rinunciare a nomi importanti del panorama software per rendere onore alla propria scelta.
In termini economici l’adozione del canale digitale come unica soluzione per la distribuzione di software può rappresentare un piccolo dilemma per Apple, che per ogni acquisto effettuato tramite il proprio store riceve il 30% del prezzo dell’applicazione. Il comparto software non rappresenta tuttavia uno dei settori maggiormente proficui per il gruppo: l’ultima trimestrale parla di 786 milioni di dollari derivanti dalla vendita di applicazioni, cifra che risulta essere seguita esclusivamente dalla distribuzione di accessori (593 milioni di dollari) e nemmeno lontanamente paragonabile ai 4,6 miliardi di dollari giunti nelle casse di Cupertino grazie all’iPad.