C’era l’Apple dei Mac, c’era l’Apple in crisi, c’era l’Apple risollevata dal carisma di Jobs e dall’idea geniale rappresentata dall’accoppiata iTunes/iPod. La nuova Apple ha però tra i propri protagonisti nuovamente il Macintosh, nome di un altro decennio, mai tramontato, che torna a fare la voce grossa sul mercato con una autorità forse mai avuta precedentemente. La trimestrale Apple va oltre le attese, il mercato after-hour vede i fuochi artificiali sul titolo AAPL ed ora solo l’aggiustamento necessario a seguito del caso stock-option rappresenta un limite per uno stock che molti vedono verso orizzonti nuovi alla luce dei record fiscale del gruppo.
I numeri vedono sommariamente entrate per 4.84 miliardi di dollari, ben il 32% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (il passaggio ad Intel non può che aver giovato in tal senso). 8.73 milioni di iPod sono stati venduti solo negli ultimi 3 mesi, il 35% in più rispetto ad un anno prima. +30% la crescita dei Mac nello stesso range di tempo, raggiungendo così il miglior dato mai ottenuto dalla mela di Cupertino durante la sua storia. Nei notebook la crescita è ancora superiore: +56%, quasi 1 milione di unità smerciate.
Gli Apple dovrebbero ora rimanere il punto di forza del gruppo anche per i prossimi mesi: l’iPod ha ormai raggiunto una quota di mercato tale da trovar spazio solo più per minimi margini di crescita e l’arrivo di Zune dovrebbe in qualche modo ostacolarne l’egemonia. Per i Mac, invece, la posizione raggiunta da Apple impone nuove ambizioni.
Nei giorni scorsi Apple ha snobbato il player Microsoft, per voce del numero uno Steve Jobs, non vedendo in Zune una autentica minaccia per il proprio gruppo. Nuove acquisizioni in ambito grafico hanno animato la settimana, un nuovo iPod rosso è comparso sulla scena, l’iPhone ha iniziato a fare capolino ed il titolo sfiora ormai quota 80 dollari (valutazione raggiunta e superata solo ad inizio 2006 scendendo poi a 60 dollari verso metà anno).