Apple ha acquisito Novauris, una società specializzata in riconoscimento vocale automatizzato, per migliorare le funzioni di Siri. Il passaggio è avvenuto a maggio del 2013, ma solo in questi giorni è stato reso noto al pubblico.
A quanto pare, l’azienda è specializzata in soluzioni di riconoscimento vocale server-based: il prodotto principale, NovaSystem, permette infatti di gestire richieste vocali multiple e contemporanee, di riconoscere intere frasi e addirittura di analizzare la struttura a sillabe di ogni parola per garantite la massima qualità nella comprensione. Tutte tecnologie che, per quanto invisibili all’utente finali, sarebbero già parte del motore pulsante e pensante di Siri.
La grande peculiarità dei sistemi elaborati da Novauris è quella di riconoscere una frase per intero, anziché parola per parola, per poi confrontare quando detto con un enorme archivio di discorsi pre-impostati, così da rendere la reattività del sistema di riconoscimento migliore e più veloce.
Sebbene al grande pubblico il nome dell’azienda non dica molto, l’innovazione di NovaSystem è stata utilizzata negli anni da molte società leader del settore dell’informatica – Verizon, Panasonic, Samsung e IBM fra le tante – così come in molti navigatori stradali attivati tramite comandi vocali. La possibilità di operare anche su server in modalità standalone, quindi senza la necessità di un client installato sul terminale dell’utente, sarebbe una delle feature di punta ad aver incuriosito Cupertino. Non è ancora dato ben sapere come Apple implementerà queste innovazioni, ma già si vocifera come in iOS 8 l’assistente vocale vedrà una vertiginosa accelerazione delle sue capacità. E chissà che non nascano dei nuovi prodotti, che potrebbero approfittare di un sistema server-only: potrebbe essere il caso di iWatch che, date le piccole dimensioni e la ridotta capacità di archiviazione, potrebbe approfittare di risorse “on the cloud” per il suo funzionamento.
L’acquisizione non è emersa fino a oggi perché Apple e Novauris han deciso di non rilasciare un comunicato pubblico, infatti il sito di quest’ultima è tutt’ora online. È stata la redazione di TechCrunch a scoprire il passaggio di consegne, grazie agli uffici inglesi della neo-acquisita.