Apple non opporrà un nuovo appello nel caso che vede il gruppo di Cupertino opposto ai siti AppleInsider e PowerPage (la cui difesa è avvenuta in collaborazione con la Electronic Frontier Foundation) per risalire alla fonte interna che ha fatto trapelare informazioni segrete relative ad un nuovo progetto Apple in via di sviluppo. Il caso aveva fatto molto discutere soprattutto in relazione al fatto che Apple si era opposta ad una serie di blog chiedendo che venisse rivelata la fonte delle notizie riportate.
La corte ha però negato ad Apple quanto richiesto: trattando i blogger alla stregua di qualunque giornalista, la tutela delle fonti era rimasta inalterata a garanzia del diritto di inchiesta. Apple intendeva nella fattispecie entrare in possesso delle e-mail attraverso le quali le notizie erano trapelate: avere in mano le “pistole fumanti” significherebbe licenziare gli “insider” scoperti, significherebbe aumentare il grado di impermeabilità del gruppo verso le pressioni esterne e significherebbe inoltre poter incriminare il responsabile di quello che è definito un vero e proprio danno per l’azienda.
Per Apple, comunque, la storia non finisce qui. Decine di responsabili del gruppo sono in passato entrati in contatto con il progetto Asteroid ed ognuno di essi sarà oggetto di una indagine interna volta a scoprire il traditore. La garanzia dei segreti interni al gruppo è un elemento di fondamentale importanza e per il gruppo di Cupertino evidentemente si apre una fase che vuole essere significativa per tutto il team che lavora alle dipendenze della mela.
La rinuncia alla Corte Suprema non dovrebbe dunque ora lasciar aperte altre opzioni legali (anche se non tutte le possibilità sono già state definitivamente scartate) e l’indagine interna sarà probabilmente l’unico strascico di una storia che potrebbe d’ora in poi passare sotto silenzio. Rimane la vittoria dei siti incriminati, ma l’insider responsabile non avrà ora vita facile a far fuoriuscire nuove indiscrezioni sulla produzione del gruppo.