Non vi è stato bisogno di attendere il prossimo martedì, data della convocazione di Tim Cook al Senato statunitense, per scoprire le dichiarazioni di Apple in merito ai capitali oltreoceano del gruppo. Il CEO è voluto intervenire direttamente sulla stampa, specificando come la Mela paghi ogni singolo dollaro dovuto in tasse negli Stati Uniti.
Secondo quanto riportato ieri dalla testata Politico, Tim Cook sarebbe stato convocato dal Sottocomitato Permanente alle Investigazioni del Senato, quest’ultimo da tempo impegnato a capire come le multinazionali investano denaro all’estero, se vi può essere dell’evasione fiscale e i possibili metodi per invogliare il rientro di questi capitali. Prima di Apple, anche Microsoft e Hewlett-Packard sono sono stati convocati dalla stessa commissione. In una dichiarazione destinata alla stampa, però, il CEO della Mela ha dichiarato:
«Lo posso dire inequivocabilmente. Apple non incanala i propri profitti domestici oltreoceano. Non lo facciamo. Paghiamo le tasse su tutti i prodotti venduti negli Stati Uniti e paghiamo ogni dollaro dovuto. E quindi vorrei che questo fosse chiaro.»
Al momento, sembra che Apple disponga di 102.3 miliardi di dollari oltre i confini nordamericani e, secondo alcune recenti speculazioni, si dice che oltre 40 miliardi siano stati inoltrati verso nazioni dalla tassazione più favorevole, come ad esempio l’Irlanda. Si tratta di informazioni che non trovano conferma ufficiale in Cupertino, e quindi da prendere con le dovute cautele, ma che potrebbero avere un fondo di possibilità data la presenza proprio in Irlanda di uno dei centri Apple storici e più importanti di sempre. Proprio questo headquarter è ad esempio responsabile di tutte le vendite online del Vecchio Continente, dove pare vengano veicolate la quasi totalità delle transazioni.
Qualche mese fa, proprio per calmare le polemiche crescenti in patria sulle multinazionali solite a girare capitali altrove così da avvalersi di tassazioni agevolate, lo stesso Cook ha promesso di investire sul territorio a stelle e strisce. Si parla di investimenti domestici da 100 miliardi di dollari, per la produzione di un device – forse un computer della linea MacBook o Mac Pro – interamente assemblato in USA. A questo punto, non resta che attendere davvero il prossimo martedì per comprendere se qualche indiscrezione di corridoio emergerà dall’incontro al Senato, sebbene una fuga di notizie appare decisamente improbabile.