Apple ha perso il guru delle proprie campagne pubblicitarie? Si, no, forse. Il suo nome è Lee Clow. Sconosciuto ai più, la sua firma è però il marchio di sicurezza che accompagna l’immagine Apple fin da quando in quel lontano 1984 la pubblicità al Super Bown lanciò la mela di Cupertino tra il grande pubblico. Improvvisamente sul Web sono comparse decine di articoli in sua memoria, dando per certo un abbandono delle attività giocoforza pesante per gli equilibri professionali che avevano fino ad oggi creato le campagne dei prodotti Apple. Una smentita, però, sembra rassicurare il committente di Cupertino e gli utenti affezionati alle sue creazioni.
Non solo il primo video del 1984: a Lee Clow sono accreditate anche le sagome danzanti di iTunes, il motto “Think Different” e le recenti pubblicità “I’m a Mac”. Il portfolio dei lavori è sufficiente per sottolineare quanto il ruolo di Clow sia fondamentale per Apple, ed alla professionalità va aggiunta una amicizia personale di lunga data con Steve Jobs. La notizia della rottura dei rapporti nasce da un dato di fatto: Lee Clow, all’età di 66 anni, starebbe per lasciare il proprio ruolo di Chief Creative Officer presso la TBWA/Media Arts Lab (il gruppo partner di Apple per le attività di marketing).
Lo stesso Clow, però, si è detto stupito per i rumor sviluppatisi attorno alla sua figura. In una lettera ai colleghi, anzi, Clow intende smentire in parte i propri programmi: «Non sto andando da nessuna parte […]. Rimarrò presidente di MAL, Global Creative Director di Media Arts e Chief Creative Officer della TBWA Worldwide». Clow ha inoltre spiegato che terrà un occhio di riguardo sulle prossime campagne pubblicitarie Apple.
Prima i rumor. Poi la smentita. Infine la sensazione per cui Clow intenda lasciare poco per volta il proprio ruolo senza strappi rispetto al passato (a tutela della continutà e delle attività dell’azienda di cui fa parte). Il posto di Clow dovrebbe essere preso da Duncan Milner, promosso con la benedizione dello stesso Clow prima delle smentite formali volte a garantire uno svolgersi fluido e comodo della successione nell’importante ruolo. Paradossalmente, insomma, Clow è rimasto probabilmente vittima del proprio stesso successo: coinvolto nel vituperio di rumor che notoriamente circondano la mela di Cupertino, ha dovuto rivedere la propria comunicazione così da garantire un accesso più comodo a chi avrà il difficile onere di ereditarne la poltrona.