L’incontro annuale degli azionisti Apple, in scena oggi presso il campus della società a Cupertino, potrebbe essere teatro di proteste riguardanti la condizione dei lavoratori impiegati nelle fabbriche cinesi per la produzione dei dispositivi. Un argomento che di recente ha visto l’azienda al centro di numerose polemiche, già affrontato anche lo scorso anno proprio in occasione del meeting tra la mela morsicata e gli investitori.
Nel febbraio 2011 fu Steve Jobs a replicare a queste e altre accuse, alcune delle quali in merito alle responsabilità sul tema dell’inquinamento ambientale. Secondo quanto dichiarato in quell’occasione dall’ex iCEO, Apple è da sempre tra le realtà del panorama high tech maggiormente impegnate nella ricerca di processi produttivi rispettosi per il pianeta, rispondendo così ad alcune ricerche sulla questione come quelle condotte da Greenpeace.
Al centro delle polemiche, come detto in apertura, quest’anno potrebbero esserci i diritti dei lavoratori negli stabilimenti dei partner Apple in Cina. Le cronache di quanto avvenuto in passato tra il personale Foxconn hanno sollevato un polverone mediatico che difficilmente sparirà con qualche semplice rassicurazione. Tuttavia, questa è la strada che Tim Cook intende percorrere.
Abbiamo gli standard più elevati in merito alle condizioni di lavoro. Stiamo cercando di cambiare le cose che non vanno come dovrebbero e di questo sono molto orgoglioso.
Durante l’incontro di oggi potrebbero essere consegnate ai vertici di Cupertino tutte le firme raccolte dalle molteplici petizioni online organizzate per chiedere maggiori tutele e chiarimenti sulla questione. Una di queste focalizza l’attenzione in particolare sui quattro decessi attribuiti all’impiego del solvente n-esano, utilizzato nel 2009 dalla Wintek per pulire i display dell’iPhone.