Tra le prime novità annunciate da Tim Cook in occasione della presentazione che doveva vedere l’Apple Watch come protagonista assoluto, spunta un nuovo framework che può trasformare l’iPhone in qualcosa di ulteriore. Quello che era nato come un telefono, si è presentato come player multimediale ed è diventato un contenitore di app, ora può potenzialmente diventare una nuova frontiera della ricerca medica grazie al nuovo Research Kit.
Research Kit
Research Kit è un “software framework” che consente ai ricercatori di raggiungere un ampio bacino di utenti (oltre 700 milioni di iPhone creano un panel senza precedenti). Lo smartphone può essere al tempo stesso l’oggetto del test e il tramite delle comunicazioni, trasformando in modo radicale il modo in cui la ricerca medica può essere portata a compimento. Innanzitutto il ricercatore ha in mano uno strumento senza precedenti per i propri test; parallelamente, il soggetto interessato può diventare parte attiva della ricerca stessa, generando così una comunicazione bidirezionale che crea coinvolgimento, migliora i risultati e può spingere oltre i limiti della ricerca attuale.
Research Kit consentirà ai ricercatori di proporre app che, nelle mani degli utenti, proporranno test da elaborare con continuità, godendo così di un monitoraggio lineare nel tempo: non brevi e sporadiche visite, insomma, ma esperimenti continui per avere molti più dati a disposizione e con maggior frequenza.
Molti gli ambiti interessati: dal Parkinson al diabete, passando per le malattie cardiovascolari, l’asma e i tumori. Il tutto con una partecipazione su base del tutto volontaria: «ResearchKit rende anche più facile selezionare partecipanti per studi clinici su larga scala, con la possibilità di accedere a un ampio campione di popolazione, incluse persone che vivono molto distanti dall’istituto di ricerca. Chi prende parte a uno studio clinico può completare le attività assegnate o rispondere ai questionari direttamente dall’app, così i ricercatori passano meno tempo nella compilazione di documenti e possono concentrarsi maggiormente sull’analisi dei dati. ResearchKit permette inoltre ai ricercatori di presentare un processo interattivo per il consenso informato».
Le app per iOS stanno già aiutando milioni di clienti a monitorare e migliorare la propria salute. Con centinaia di milioni di utenti iPhone nel mondo, abbiamo visto per Apple l’opportunità di avere un impatto ancora maggiore, mettendo le persone in grado di prendere parte e contribuire alla ricerca medica. ResearchKit offre alla comunità scientifica l’accesso a una popolazione globale eterogenea, e ancora più modi per raccogliere dati rispetto al passato
Jeff Williams, Senior Vice President Operations di Apple
Privacy e codice
Apple è chiara su questo punto: un progetto pensato per la ricerca deve basarsi su paradigmi differenti da quelli soliti di mercato. Una assicurazione è quindi immediata: a Cupertino non arriverà alcun dato ed Apple non vedrà nessuno dei dati che gli utenti consegnano alle app del Research Kit. Privacy come valore assoluto, come condizione minima necessaria e garantita. Gli utenti potranno così aver garantita la segretezza delle proprie attività per la ricerca ed i ricercatori potranno lavorare su una piattaforma garantita, al di fuori di interessi in grado di minare la bontà del progetto: Apple non avrà alcun controllo sui dati, né avrà alcun ruolo nella loro intermediazione.
Infine due ulteriori parole chiave: “open source“. Parole che dicono molto su quel che Apple mette in piedi con questo progetto, parole che descrivono meglio di ogni altro concetto quel che il gruppo intende sviluppare in questo ambito.