Dunque non si trattava di una rivoluzione ma semplicemente dell’ennesima svista di Apple: IS Drive è sopravvissuto in App Store solo pochi giorni, giusto il tempo necessario a Cupertino di rendersi conto di aver commesso un errore (rispetto alle proprie regole di approvazione) e notificarlo allo sviluppatore.
Molti di noi avevano visto nell’approdo di IS Drive sullo store di Apple il segnale di un futuro ammorbidimento delle regole di approvazione ma evidentemente così non sarà e a Cupertino continueranno a ritenere BitTorrent e il P2P in genere, utili esclusivamente a violare il copyright.
Si, perché sembra essere proprio questo il punto: Apple, nel contattare lo sviluppatore, ha citato esplicitamente il paragrafo 22.4 delle linee guida per l’approvazione in App Store (che, per la cronaca, era in vigore anche prima dell’approvazione di IS Drive):
Le applicazioni che abilitano la condivisione illegale dei file verranno rifiutate.
È evidente, dunque, che il processo di approvazione delle applicazioni faccia acqua da tutte le parti! Innanzitutto, se IS Drive è approdato sullo store, è evidente che chi lo ha permesso non capito esattamente a cosa servisse l’applicazione (probabile che ne abbiano preso coscienza solo dopo i molti post di esultanza comparsi in rete).
Poi ci sarebbe da criticare la stessa applicazione della regola imposta dal paragrafo 22.4: le applicazioni di file-sharing non vengono utilizzate esclusivamente per scopi illegali; la stessa IS Drive non è concepita per questo scopo e solo in futuro avrebbe aggiunto caratteristiche (come il motore di ricerca) che avrebbero posto dubbi sulla buona fede dello sviluppatore.
Infine c’è da registrare la lamentela di Kepner, secondo il quale lo stesso Safari, come altre applicazioni di terze parti permettano agli utenti di scaricare illegalmente musica e altri file; forse queste applicazioni sono ammesse in App Store perché il loro scopo principale non è questo ma proprio qui sta la contraddizione: esistono molti utilizzi assolutamente legali di ImageShack e molti utenti del servizio che non hanno alcun interesse ad infrangere il copyright.
Dunque se le regole sono uguali per tutti, anche le altre applicazioni e lo stesso Safari non dovrebbero essere ammesse su iPhone?