Apple-Sony: non è tutto rose e fiori

Recenti rivelazioni gettano una nuova luce sui rapporti che Apple intrattiene con le etichette musicali. Il dominio di iTunes sarebbe qualcosa senza precedenti per il potere di indirizzo nella scelta delle canzoni, qualcosa di inaccettabile per le major
Apple-Sony: non è tutto rose e fiori
Recenti rivelazioni gettano una nuova luce sui rapporti che Apple intrattiene con le etichette musicali. Il dominio di iTunes sarebbe qualcosa senza precedenti per il potere di indirizzo nella scelta delle canzoni, qualcosa di inaccettabile per le major

Un alterco non confermato dalle parti in causa, ma molto discusso dai principali media, non ultimo il New York Times, avrebbe scoperto le carte dei difficili rapporti tra Apple e le case discografiche al momento di cambiare le tariffe e la distribuzione musicale.

Il 6 Gennaio iTunes ha portato due cambiamenti fondamentali: uno è stato il prezzo che da fisso è diventato variabile (come le etichette hanno sempre voluto) e l’altro è stato relativo alla distribuzione che ora avviene senza DRM e anche via wireless sugli iPhone (ad oggi la situazione vede la musica venduta da iTunes generare 1,5 miliardi di dollari di profitti contro i 70 milioni della musica wireless). Era sembrato a tutti un perfetto do ut des e invece pare che alla Sony non abbiano gradito e che ci sia stata una telefonata di fuoco la vigilia di Natale intorno ai tempi con i quali tali cambiamenti sono entrati in vigore.

Il cuore di tutto sarebbe il classico braccio di ferro tra chi fa e chi distribuisce, una dinamica eterna nella produzione di contenuti che esisteva anche ai tempi della musica su supporto fisico. Solo che le grandi catene di negozi musicali non hanno mai avuto il potere di indirizzare i gusti come iTunes e la sua barra dei più venduti o la sua home page. Non si tratta più, quindi, di essere presenti nel negozio virtuale, quanto di essere anche molto ben posizionati.

Secondo le etichette il potere di Apple è troppo grande e un’alternativa è indispensabile. Specialmente ora che, come sembra, ci si orienta verso un futuro in cui la musica sarà scaricabile liberamente su abbonamento e da dispositivi mobili wireless. Si apre un momento di transizione, insomma, che potrebbe favorire l’arrivo o l’emergere di un competitor vero.

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