Foxconn di nuovo al centro dell’attenzione, a causa di una rivolta che la notte scorsa ha coinvolto oltre 1.000 operai nello stabilimento di Chengdu, in Cina. Tutto ha avuto inizio con un furto avvenuto in serata, quando il personale dell’azienda ha impedito agli addetti della sicurezza di interrompere la fuga del ladro. Un comportamento che, stando alla notizia riportata sulle pagine di WantChinaTimes, è dovuto a tensioni già esistenti da tempo.
La situazione è degenerata in fretta, con i lavoratori che hanno iniziato a lanciare bottiglie, sedie altri oggetti dalle finestre del dormitorio presente nel piano superiore della fabbrica.
Danneggiate anche alcune strutture pubbliche al di fuori dell’impianto e accesi fuochi d’artificio, correndo così il rischio di innescare un incendio. Sono state necessarie diverse ore e l’intervento di centinaia di poliziotti per ristabilire la normalità. Ne hanno fatto le spese decine di lavoratori, finiti in manette per aver preso parte ai tafferugli.
Lo stabilimento in questione è quello che ospita le linee di produzione dedicate alla realizzazione dei display poi integrati su iPhone e iPad. Si tratta dunque dell’ennesimo avvenimento di questo tipo, a dimostrazione di come la condizione dei lavoratori negli impianti Foxconn non sia migliorata, nonostante le promesse di Apple e del gruppo Hon Hai Precision Industry Company che controlla la società.
Proprio nei giorni scorsi l’associazione cinese SACOM (Student & Scholars Against Corporate Misbehaviour) ha denunciato una situazione ancora inaccettabile per le persone impiegate negli impianti, riportando così in auge un problema di cui si parla ormai da molto tempo e che sembra troppo distante da una possibile risoluzione.