In passato, Apple ha considerato l’acquisizione di aziende importanti ma nessuna di queste ha superato i rigidi test che l’azienda di Cupertino impone loro. In effetti, la Mela ha inglobato negli ultimi anni molti piccoli team, ma non è contraria ai grandi acquisti. È solo difficile portarli a termine poiché, per giustificare il notevole esborso economico che sarebbe necessario a farle proprie, dovrebbero corrispondere al 100% al profilo ideale descritto da Cupertino.
È stato direttamente Tim Cook a spiegarlo durante la conferenza di Goldman Sachs su Tecnologia e Internet, che si è svolta nelle scorse ore. Si chiedeva al CEO di Apple se vi fosse qualcosa nel modello di business dell’azienda, o nella cultura, che impedisse di fatto le acquisizioni di grandi dimensioni, e la risposta è stata negativa.
Tim Cook ha precisato che nel corso degli ultimi cinque anni Apple ha inglobato una nuova azienda ogni due mesi: si trattava comunque di piccole società, piccoli team di sviluppo, ma che erano in possesso di proprietà intellettuali davvero notevoli o di personale notevolmente capace. È questo il motivo per cui Apple ha deciso di procedere al loro acquisto, perché le loro peculiarità avrebbero potuto contribuire a migliorare i prodotti con la mela morsicata.
Il CEO di Cupertino ha preso PA Semi come esempio per meglio esplicare quanto dichiarato, spiegando che «Con PA Semi eravamo in procinto di progettare il processore che è all’interno dell’attuale modello di iPhone. Abbiamo preso un gruppo di ragazzi incredibilmente capaci e li abbiamo utilizzati per integrare il personale esterno ad Apple al lavoro su iPad, iPhone, e i processori dei dispositivi iOS. Abbiamo fatto molte altre acquisizioni di natura analoga a quello e le faremo molte altre come questo».
Quanto al futuro di Apple, Tim Cook non esclude eventuali acquisizioni di grossa portata, anche se in passato non si è giunti ad alcuna conclusione: «sono sicuro che vedremo tali situazioni di nuovo e potrebbe accadere altre volte, ma siamo disciplinati e riflessivi e non sentiamo la pressione di dover per forza acquisire. Se una grande azienda può aiutare ad ottenere ottimi prodotti ci potremmo interessare di loro. […] Non abbiamo soldi da buttare».