Il matrimonio tra Apple e TSMC potrebbe essere già finito. Il chipmaker di Taiwan, scelto da Apple per la versatilità di produzione e annunciato dagli esperti come la società che avrebbe definitivamente ucciso Samsung, rischia di non poter rinnovare gli ordini il prossimo anno. E la Mela sarebbe pronta a tornare tra le braccia del partner-nemico sudcoreano. Cosa sta succedendo?
Apple ha iniziato da qualche anno un processo di progressivo allontanamento da Samsung, un fornitore con cui collabora da decenni. I motivi sono più che ovvi, la contrapposizione fra le due società nell’universo mobile e le relative battaglie legali, così come l’opportunità economica. Lo scorso anno Cupertino ha iniziato a collaborare con TSMC, una realtà produttiva di Taiwan considerata molto versatile e affidabile tanto da aggiudicarsi una fetta consistente degli ordini per gli A8 di iPhone 6, iPad Air 2 e iPad Mini 3. Sì è addirittura parlato della possibilità che Apple e TSMC potessero iniziare a collaborare in pianta stabile negli States, con il finanziamento e la creazione di impianti ad hoc, per quanto la Mela fosse entusiasta della partnership. Oggi tutto cambia e il matrimonio in questione rischia di non arrivare a spegnere la prima candelina.
Stando a quanto trapelato, per la futura generazione dei processori A9 – prodotti con un procedimento a 14 nanometri – Cupertino avrebbe intenzione di abbandonare TSMC per affidare gli ordini a Qualcomm e Samsung. La scelta di Qualcomm non stupisce: l’azienda, con cui Apple collabora da anni per i circuiti radio degli iDevice, è particolarmente vitale nella creazione di soluzioni innovative e a basso impatto energetico. Il ritorno a Samsung, invece, potrebbe essere una necessità dovuta all’impossibilità di altri partner di sostenere l’intera produzione.
Non è dato sapere quanto sia affidabile questa predizione, ma effettivamente un fondo di verità è ravvisabile. La discriminante non sembra essere la soddisfazione di Apple nei confronti dell’azienda di Taiwan, bensì i processi produttivi impiegati. TSMC l’anno prossimo potrà produrre chip a 16 nanometri, ma Cupertino vorrebbe già impiegare equivalenti da 14. Ed è per questo motivo, di conseguenza, che si trova costretta a differenziare gli ordini.