Apple, una vera e propria religione

Uno studio condotto da un programma televisivo nel Regno Unito mostra come la passione per Apple possa diventare un vero e proprio culto religioso.
Apple, una vera e propria religione
Uno studio condotto da un programma televisivo nel Regno Unito mostra come la passione per Apple possa diventare un vero e proprio culto religioso.

E se il culto per Apple fosse una vera e propria religione? Un’idea, questa, che ha spinto Alex Riley della BBC ad analizzare nel proprio programma “Secrets of Superbrands” la mente di un vero e proprio fanatico della Mela, per scoprire cos’è che rende i prodotti di Cupertino così affascinanti agli occhi di una percentuale di utenti coinvolti a tal punto da trasformare la propria passione in devozione.

Soggetto dell’esperimento è stato Alex Brooks, che in passato ha dichiarato di pensare ad Apple 24 ore al giorno, con ogni probabilità più dello stesso Steve Jobs. Con l’aiuto di alcuni neuroscienziati sono state dunque analizzate le reazioni del cervello di Brooks alla vista di immagini relative sia a prodotti con su il marchio della Mela morsicata che di altre società, con risultati che non sembrano lasciare scampo a dubbi: la passione per Apple può diventare un vero e proprio culto religioso.

I test condotti hanno infatti mostrato come le aree del cervello emozionalmente coinvolte durante la visualizzazione dei dispositivi Apple sia la stessa che risponde agli stimoli provenienti da immagini religiose nei fedeli. Diverse analogie tra le analisi condotte su questi ultimi e quelle relative ad Alex Brooks, le quali sembrano dunque confermare un’ipotesi nata in passato principalmente con lo scopo di deridere coloro che fanno di Apple il proprio stile di vita.

Apple come religione, dunque, con Steve Jobs nel ruolo di suo Messia. Dietro le scelte di molti utenti potrebbe dunque celarsi un forte misticismo, con diversi Apple-user nel ruolo di fedeli di un culto basato non su parabole e miracoli, ma su dispositivi elettronici e prodotti dal look accattivante. Le enormi file dinanzi agli store ufficiali del gruppo al lancio di nuovi prodotti, come accaduto ad esempio all’arrivo dell’iPad 2, sarebbero null’altro che la conferma di tale ipotesi.

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