Nelle ultime ore si sono moltiplicati i siti che hanno annunciato con clamore le cifre relative alla vendita dell’iPhone, cifre diramate in pompa magna dalla stessa Apple. Il lancio è stato dichiarato come un grande successo, vidimato spesso dalle immagini delle persone in coda davanti ai negozi, e giudicato seguendo le sensazioni espresse da Cupertino. A stretto giro di posta, però, giunge anche qualche voce fuori dal coro che richiama tutti all’attenzione, trasformando il giubilo dei grandi numeri in preoccupazioni legate alla dimensione reale del fenomeno.
Il primo dubbio insorto è stato relativo al milione di iPhone venduti. Infatti il numero non sarebbe reale, ma indicativo piuttosto dei telefoni che Apple ha messo fuori dalla casa madre per inviarli alla rete di distribuzione (non tutti, però, già in mano agli utenti). Agli effetti il numero reale di iPhone venduti è stato stimato da Piper Jaffray in circa mezzo milione, cifra ben lontana dal messaggio passato al pubblico tramite il comunicato stampa ufficiale.
Secondo i dati stimati da Piper Jaffray e pubblicati da AppleInsider, il mercato italiano avrebbe catalizzato 88mila iPhone (in comunione tra TIM e Vodafone), configurando per il nostro paese il terzo mercato più vasto a livello internazionale dopo Stati Uniti (400mila) e Regno Unito (250mila). Secondo l’analisi effettuata, sebbene i numeri reali non siano quelli diramati da Cupertino, le stime di vendita entro il 2009 dovrebbero essere confermate e l’unica variabile impazzita in grado di rallentare la distribuzione potrebbe essere nella capacità produttiva (la quale, se non reggesse il ritmo della distribuzione, potrebbe presto portare ad una scarsità di scorte pericolosa per il mercato del telefono).
Particolarmente interessante il risultato di un sondaggio condotto ancora da Piper Jaffray intervistando gli acquirenti del nuovo iPhone 3G. A quanto pare, infatti, ben il 38% degli acquirenti era già precedentemente in possesso della prima versione dell’iPhone. Se da una parte il dato conferma l’alta fidelizzazione Apple con i propri utenti, dall’altra il tutto configura una certa difficoltà nello strappare clientela alla concorrenza (appena 4 acquirenti iPhone, ad esempio, utilizzavano in precedenza un telefono Nokia, ovvero i più presenti sul mercato).
Ed è proprio da Nokia che giunge una seconda stoccata alla comunicazione Apple. A rendere ancor più evidente la portata “promozionale” del già smentito quantitativo di “1 milione”, infatti, v’è tutta una serie di analisi che vedono la cifra da un’altra prospettiva, trovando interessanti relazioni in quelli che sono i numeri globali di vendita del settore.
Ad esempio si viene a sapere che Nokia vende 1.28 milioni di telefonini ogni singolo giorno dell’anno e che 282 milioni di dispositivi vengono venduti ogni trimestre. Il confronto è acrobatico: Apple ha un solo dispositivo a disposizione, e di alto profilo, ed è tuttavia vero il fatto che l’exploit dei primi giorni sarà difficilmente replicabile se è vero che da settimane ormai non si vendeva più alcun iPhone in attesa della nuova uscita. I “se” ed i “ma” disponibili per i detrattori dell’uno o dell’altro versante sono molti, ma il “get the fact” redatto direttamente da Nokia dice effettivamente molto sul confronto attuale tra i due gruppi.
Il confronto viene esteso da Nokia a dati ulteriori, senza limitarsi alle sole vendite: Nokia ha immesso sul mercato il proprio primo telefono 3G nel 2002 ed ha ad oggi il più largo portfolio di dispositivi simili sul mercato; Nokia ha introdotto il GPS già su 10 dispositivi diversi, venduti già in 35 milioni di esemplari; Nokia mette nei suoi prodotti di punta fotocamere da 5megapizel con ottica Carl Zeiss; e via discorrendo, passando anche per i progetti musicali del gruppo e l’offerta N-Gage (anche se questi ultimi aspetti diluiscono in qualche modo la forza comunicativa del comunicato).
Senza dubbio, insomma, l’esordio dell’iPhone è stato un buon esordio; allo stesso tempo, però, i termini promozionali utilizzati hanno fatto leva su talune esagerazioni che alcune analisi hanno saputo immediatamente evidenziare. La distanza nel tempo, nei modi e nella distribuzione impedisce purtroppo raffronti diretti tra cellulari differenti, ed in ogni caso l’iPhone è un mondo a se stante che rapportare alla concorrenza è oltremodo improbo. Per questo motivo i numeri vanno presi con le pinze, dimenticando però soprattutto la validità del breve periodo: non sono i numeri evaporati dai primi 3 giorni sul mercato che potranno determinare la fortuna o la sfortuna del touchscreen con la mela.
Né tantomeno sono le cifre diramate relativamente all’AppStore che possono fare la fortuna degli sviluppatori: si sa che sono state scaricate 10 milioni di applicazioni, ma si sa anche che 200 applicazioni su 800 sono distribuite a titolo gratuito. Impossibile, dunque, ogni valutazione monetaria ulteriore: finché non sarà diramato il dato ufficiale legato alle vendite vere e proprie, l’App Store può essere giudicato solo per le opportunità offerte ai possessori dell’iPhone e non piuttosto come opportunità reale per sviluppatori e per la Apple stessa.