Che il caso Foxconn fosse diventato un’urgenza per il gruppo Apple era cosa nota ed il gruppo ha inteso rispondere con forza alle critiche ricevute agendo proattivamente per far sì che le condizioni di lavoro dei lavoratori negli stabilimenti al lavoro per i device di Cupertino possano rispettare uno standard qualitativo degno.
La comunicazione giunge direttamente da Apple, secondo cui «la Fair Labor Association (FLA) condurrà speciali audit volontari presso i fornitori Apple addetti all’assemblaggio finale, incluse le fabbriche Foxconn a Shenzhen e Chengdu, in Cina, su richiesta di Apple. Un team di esperti in diritti dei lavoratori guidato dal presidente della FLA Auret van Heerden ha iniziato le prime ispezioni lunedì mattina presso un’infrastruttura di Shenzhen nota come Foxconn City».
Apple spiega di volere un lavoro «sicuro ed equo» per le unità impegnate sui propri prodotti, così da poter portare avanti un profilo etico del calibro di una azienda che punta ormai dritta ai 500 miliardi di dollari di capitalizzazione. A prendere parola è lo stesso Tim Cook, CEO di Cupertino e successore di Steve Jobs, secondo il quale «Le ispezioni attualmente in corso non hanno precedenti nel settore dell’elettronica, sia per scala che per portata, e apprezziamo molto che la FLA abbia aderito a questa inconsueta iniziativa identificando le fabbriche nei propri report».
Nell’ambito della sua valutazione indipendente, la FLA organizzerà colloqui con migliaia di lavoratori per indagare le condizioni di lavoro e di vita, inclusi salute e sicurezza, retribuzione, orari di lavoro e comunicazione con il management. Il team della FLA condurrà ispezioni delle strutture produttive, degli alloggi e di altre strutture, e svolgerà inoltre un’analisi esaustiva di tutta la documentazione relativa alle procedure per ogni fase del rapporto di lavoro.
I partner Apple avrebbero garantito piena collaborazione e fin dal mese di marzo saranno pubblicati sul sito FLA i primi risultati degli audit condotti. Dopo la Foxconn verrà il momento di Quanta e Pegatron, con una copertura finale dell’operazione tale da asservire gli stabilimenti responsabili dell’assemblaggio del 90% dei prodotti Apple.