Apple finisce al centro di una nuova causa legale, questa volta per la presunta violazione di brevetti relativi a 3D Touch e alle nuove funzionalità di tastiera introdotte in iOS 11, tra cui lo scorrimento veloce delle dita sui tasti per visualizzare caratteri alternativi. Toshiyasu Abe, un imprenditore giapponese residente nello stato di Washington, ha infatti depositato una causa contro il gruppo di Cupertino presso la corte distrettuale dell’Oregon.
Secondo quanto reso noto da MacRumors, l’imprenditore ha registrato nel 2003 alcuni brevetti relativi agli schermi touchscreen, tra cui proprio la tecnologia di rilevazione della pressione e dello scorrimento veloce delle dita sui pulsanti virtuali. Il brevetto in questione, il numero 6.520.699 depositato presso l’US Patent and Trademark Office, si intitola “Keyboard” ed è stato ufficialmente riconosciuto all’inventore di origini giapponesi.
Sempre stando a MacRumors, testata che ha potuto visionare il brevetto originario, la registrazione illustrerebbe nel dettaglio una tastiera touchscreen che, a seconda dell’interazione delle dita sullo schermo, può visualizzare caratteri aggiuntivi o funzioni alternative. Ad esempio, con un veloce swipe su una lettera è possibile visualizzare la stessa con diversi accenti, in modo molto simile a quel che accade su iOS, mentre quando l’utente applica una certa forza di pressione o esegue un determinato movimento viene mostrato un menu contestuale aggiuntivo.
La causa includerebbe un gran numero di prodotti targati mela morsicata, tra cui tutti gli iPhone da iPhone 6S in poi, nonché i tablet del gruppo da iPad all’ultimo iPad 2018, passando per l’intera linea degli iPad Pro. Secondo l’accusa, Apple sarebbe stata al corrente dell’esistenza di questi brevetti, poiché dal 2009 l’imprenditore avrebbe cercato di mettersi in contatto con l’azienda: vengono riportate varie mail, infatti, nonché una telefonata legale con il gruppo di Cupertino.
Al momento la società californiana non ha ufficialmente commentato la notizia, mentre le corti non si sono ancora espresse sulla legittimità del reclamo. Non resta che attendere, di conseguenza, qualche settimana.