Quando sono trascorse pochissime ore dalla minaccia di denuncia per diffamazione da parte di Tim Cook a Proview per la questione iPad in Cina, emergono novità sul fronte dello scontro tra le due aziende, questione creatasi per via dei diritti che Proview possiede sul territorio cinese in relazione al marchio iPad. Secondo quanto riferito nelle scorse ore, Apple e Proview sarebbero pronte a negoziare per trovare un accordo economico che possa metter fine alla vicenda.
In base a quanto reso noto con l’udienza di stamattina presso il tribunale di Shangai, dove erano presenti oltre un centinaio di giornalisti locali, gli avvocati di Proview avrebbero presentato come prova della violazione di Apple il loro IPAD prodotto nell’anno 2000, ancora prima che il primo iPad di Apple venisse svelato da Steve Jobs. Preview crede che Cupertino non abbia alcun diritto di vendere iPad con il medesimo nome, di sua proprietà peraltro, tuttavia entrambe le parti si sono dichiarate disponibili a negoziare.
Ha dichiarato Xie Xianghui, avvocato di Proview, che «ci stiamo preparando a negoziare. Il processo continuerà fino al raggiungimento di un accordo». L’avvocato non ha fornito ulteriori dettagli, ma ha aggiunto che Apple ha detto a Proview di avere intenzioni pacifiche. Ma le dichiarazioni di Cupertino sembrano di a primo acchito di tutt’altro avviso.
Apple ha infatti risposto che Proview non ha mercato con IPAD, che non vende e non ha alcun cliente: “non ha nulla”, mentre iPad è così popolare che nei negozi scarseggia, pertanto bloccarne la distribuzione sul territorio cinese sarebbe un male per tutta l’economia locale, secondo quanto dichiarato da Cupertino. In seguito è stata attribuita un’altra citazione da parte dei legati della Mela:
«Apple vende moltissimo in Cina. I suoi fan fanno la fila per acquistare i prodotti Apple. Il divieto di vendita, se eseguito, non solo danneggerebbe le vendite di Apple ma andrebbe anche contro gli interessi nazionali della Cina.»
Gli avvocati di Proview hanno gridato allo scandalo, affermando che qualsiasi bene pubblico offerto attraverso la creazione di nuovi posti di lavoro in Cina e entrate fiscali non debbano essere confuse con le violazioni di brand. Inizialmente Proview aveva chiesto ad Apple un pagamento di due miliardi di dollari, ma negli ultimi giorni pare che le pretese economiche del produttore cinese si siano ridimensionate fino a scendere a 400 milioni di dollari.