Apple e Samsung sono ormai da mesi ai ferri corti ed ogni tentativo di pacificazione avviato nelle ultime settimane è andato fallito: sarà un tribunale a dover decidere, brevetto per brevetto, dove stia la ragione e dove stia il torto. Tuttavia gli approfondimenti in sede giudiziaria hanno fatto emergere una lunga serie di retroscena che aiutano a delineare meglio la situazione tra le parti. L’ultimo tassello venuto a galla risale a pochi giorni or sono ed è relativo ad una proposta che Apple inviò ai dirigenti Samsung nel lontano 2010.
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Erano quelli i tempi in cui l’iPhone si imponeva e Samsung iniziava ad approcciare il mondo Android per scommettere sul mondo degli smartphone. Steve Jobs aveva già giurato vendetta al sistema operativo di Mountain View, ma tra Apple e Samsung vigeva un rapporto particolare perdurato fino ad oggi: da una parte una stretta collaborazione, con Samsung in posizione di fornitore privilegiato; dall’altra una pericolosa competizione, poiché il gruppo coreano intendeva approcciare il mercato con modalità un po’ troppo “simili” a quelle di Cupertino.
Un documento datato 5 ottobre 2010 descrive quelli che erano i rapporti tra le parti in quei mesi. In particolare, Apple aveva immediatamente notificato a Samsung i propri dubbi in merito al primo Galaxy, smartphone che secondo i legali di Cupertino violava una lunga serie di brevetti propri del gruppo della mela. Apple al tempo stesso non voleva urtare Samsung e per questo motivo intendeva portare avanti la strada della conciliazione: la proposta fu quella di una licenza onnicomprensiva con cui sanare ogni violazione e poter così portare sul mercato i nuovi smartphone senza incorrere in alcun contrasto legale.
Apple fece anche prezzi precisi per le proprie richieste: 30 dollari per ogni smartphone venduto e 40 dollari per ogni tablet. Samsung rifiutò le proposte di Cupertino e a distanza di circa un anno iniziavano gli attriti fatti di denunce e contro-denunce.
Oggi le parti sono ancora alle prese della sfida legale tra le parti ed i giudici interessati devono ancora definire quali porzioni di ragione vadano all’una o all’altra parte. Ed in ballo vi sono ormai centinaia di milioni di dollari, ossia cifre proporzionate all’immenso mercato che iOS e Android (soprattutto Samsung) assommano in questa fase di sostanziale duopolio nel settore.
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