La lotta a suon di brevetti tra Apple e Samsung non sembra prossima alla fine. Si cambia però continente e dagli Stati Uniti il tutto si trasferisce in Australia, dove il colosso coreano ha sferrato un colpo ben assestato in sede giudiziale: Apple può davvero brevettare la bellezza?
La disputa legale è in essere dal giugno del 2011, ovvero da quando Apple ha deciso di ricorrere alle corti per denunciare le supposte infrazioni a brevetti targati Mela rinvenute in Galaxy Tab 10.1, tra cui l’iconico “slide to unlock” e le gesture multitouch.
In una recente udienza, l’avvocato Samsung Richard Cobden ha criticato l’intero impianto dei brevetti Apple, sottolineando come l’azienda non registri la proprietà intellettuale di funzioni uniche o innovative, bensì la loro bellezza, il piacere estetico che l’utilizzatore ne trae. Cupertino non presenterebbe feature ma interazioni uomo-macchina, e queste di certo non si possono brevettare. Così spiega il legale:
«I brevetti non si concedono per il fatto che qualcosa risulti bello o elegante. Il fascino di una funzione è del tutto soggettivo. Critichiamo il fatto che la funzionalità possa essere portata dall’appeal di una funzione. Ciò che è soggettivamente bello per una persona, non lo sarà per un altra».
Samsung ha quindi sostenuto che le gesture multitouch siano una singolare forma d’arte e, pertanto, non brevettabili. In realtà, la questione non appare così semplicistica come Samsung la vorrebbe presentare: secondo gli esperti le funzioni Apple sono sì eleganti e piacevoli alla vista, ma sottendono comunque a una feature software del tutto tangibile. Lo “slide to unlock”, ad esempio, permette all’utente di sbloccare un dispositivo in modo semplice e rapido. Le gesture, invece, facilitano l’utilizzo di un device multitouch. E vi è poi, vale la pena ricordarlo, un fattore non da poco che il gruppo coreano non ha debitamente tenuto in conto: la bellezza – in senso lato – si può di certo brevettare, basti pensare all’universo del design.
Quello australiano è un caso decisamente particolare, perché le corti hanno previsto la presenza di due giudici indipendenti affinché si arrivi a una sentenza del tutto equa e priva di alcun tipo di favoritismo. Non si avrà, però, risposta a breve al quesito di Samsung: le udienze sono programmate almeno fino alla fine dell’anno.