Per intitolare questo post ho preso in prestito una frase di Andrew NoApple scritta in un suo recente post che ho letto con piacere e che mi ha dato lo spunto per chiarire, insieme a voi, un’idea che da tempo mi girava per la testa.
Andiamo con ordine, Andrew nel suo post fa riferimento a quanto scrive ZDnet:
Apple’s a lot easier to understand when you stop looking at it as a religion and instead see it for what it is – a multi-billion dollar consumer electronics company.
cioè
È molto più facile comprendere Apple quando si smette di considerarla come una religione e invece la si guarda per ciò che è: una compagnia multi-miliardaria di dollari che produce elettronica da consumo.
Poi Andrew continua ribadendo il concetto:
Insomma, è quello che cerco di insegnarvi io da tanto tempo: Apple vuole solo il bene delle sue tasche, non certo dei suoi utenti.
Riflettendo la prima cosa che mi è venuta in mente è che l’asserzione di Andrew è spudoratamente vera! E sfido il Mac-user più sfegatato e negarla.
Eppure c’è un punto da chiarire: spesso noi Mac-user attuiamo davvero un comportamento similare a quello di chi deve diffondere i semi di una religione. Perché lo facciamo?
È comprensibile, ad esempio, chi tenta di diffondere la filosofia dell’open-source perché si tratta di qualcosa che fa risparmiare l’utente finale, che incentiva la collaborazione degli sviluppatori, il miglioramento di molti software e soprattutto evita che chi ha tanti (troppi) soldi ne faccia ancora di più.
Ma noi Mac-user perché mettiamo tanto spirito nell’opera di evangelizzazione? Cosa ne guadagniamo? Ovviamente lo sappiamo che i soldi spesi verranno ridistribuiti agli azionisti di Apple e non utilizzati per opere umanitarie!
Credo che la risposta non vada cercata in una qualche convinzione filosofica inculcata in modo subliminale nelle menti di noi poveri Mac-user da chissà quale effetto grafico di iTunes, ma semplicemente in un comportamento che nella pratica manageriale viene comunemente definito fidelizzazione.
La “fidelizzazione” è l’insieme delle azioni di marketing volte al mantenimento della clientela già esistente, che rappresenta la prima linea di difesa di ogni azienda. Il miglior modo per aumentare la “fidelizzazione” consiste nel realizzare un elevato grado di soddisfazione che, a sua volta, si traduce in un elevato tasso di fedeltà.
Wikipedia.
E non c’è nulla di illegale né di ingiusto nello spendere decine di anni a conquistare la fiducia dei propri utenti per convincerli che i propri prodotti siano affidabili e sicuri se questo viene praticato con la diffusione di applicazioni che funzionano, sistemi operativi stabili e servizi di assistenza davvero vicini all’utente.
Insomma nessuno di noi crede che Apple ci voglia bene, piuttosto siamo consapevoli che Apple ha tutto l’interesse a mantenerci come clienti e per questo ostenta una certa attenzione nei nostri confronti.
Sembra un concetto scontato ma non lo è! Sicuramente è un processo che richiede investimento di risorse che, forse, in un certo punto del futuro porterà i suoi frutti. Alcune aziende informatiche in passato hanno preferito distribuire software scadenti con la consapevolezza che per vari motivi l’utente era obbligato ad acquistarli. Queste aziende hanno indubbiamente tratto vantaggi immediati investendo meno risorse nel processo di sviluppo e ottenendo vendite comunque alte ma alla fine tutto ciò si è tramutato in una cattiva reputazione.
Purtroppo le regole del gioco sono chiare, non puoi risparmiare nello sviluppo di software scadenti, venderne una quantità altissima e aspettarti perfino che l’utente finale rimanga soddisfatto.
Certo, devo ammettere che a volte Apple sporca la sua ottima fidelizzazione con azioni di marketing aggressive (tipo tutti gli spot “I’m a Mac”) che alle lunghe, oltre a infastidire la comunità degli utenti PC, che legittimamente si sente colpita, descrivono noi Mac-user come persone spocchiose e con la mania della superiorità.
Ma sono scelte di marketing, credo che nessuno stia prendendo in giro nessuno. Ancora una volta le regole del gioco sono chiare e se a Dicembre decidiamo di acquistare un Mac non intendiamo fare un regalo di Natale ad Apple per ringraziarla del bene che ci vuole, piuttosto ci aspetteremo tutta una serie di attenzione (interessate) da parte dell’azienda di Cupertino che ha tutto l’interesse a mantenere la nostra fedeltà.
Siete d’accordo?