E se Apple volesse costruire un proprio motore di ricerca? L’ipotesi giunge da TechCrunch e pare accreditata da voci dell’ambiente che si rincorrono ormai da tempo. Nulla di ufficiale, nulla di concreto, nulla che lasci indizi sul proprio percorso: l’ipotesi ha però un senso e quando le leggende metropolitane iniziano a prendere il largo un qualche motivo di fondo c’è.
Michael Arrington si avventura nell’ipotesi con i piedi di piombo, con un intervento conscio delle smentite d’ufficio destinate ad essere pubblicate a stretto giro di posta. L’idea scaturirebbe da una certa insoddisfazione Apple per la user experience dei propri utenti sulla realtà mobile di Google. Apple, insomma, potrebbe desiderare una ricerca più basata sugli elementi visivi e meno improntata ai risultati testuali su cui Google ha creato il proprio impero. Tra le parti, però, v’è un elemento comune che potrebbe divenire un ostacolo: Eric Schmidt.
Il CEO Google è ad oggi nel board Apple. La cosa mette una sola persona con un piede nell’iPhone ed uno in Android, e se si duplicasse anche l’interesse nei motori di ricerca la contraddizione nei termini potrebbe farsi eccessiva. Per questo motivo le voci ipotizzano anche un abbandono di Schmidt dal board Apple, lasciando così al gruppo di Cupertino maggiori spazi di manovra.
Difficilmente Apple potrebbe costruire da zero un nuovo motore: non ne avrebbe esperienze né il tempo. Apple, però, potrebbe partire dai risultati di Google per costruire un “layer” preconfezionato utile alle ricerche sull’interfaccia del proprio telefono. Così facendo si doterebbe Safari di un’arma nuova, si potrebbero aumentare gli introiti provenienti dalla partnership con Mountain View e nel contempo si creerebbe un nuovo elemento distintivo in grado di aumentare l’arma concorrenziale rappresentata dal browser di Cupertino.
Nel proprio report TechCrunch non fa riferimento alcuno a Yahoo: sebbene qualcuno avesse in passato ipotizzato la fattibilità di un avvicinamento all’azienda di Sunnyvale (in odor di crisi dopo il recente tira e molla con Google e Microsoft), in realtà l’idea è stata scartata e rigettata immediatamente in quanto non rientrante nella consolidata politica di crescita dell’azienda di Steve Jobs. Nessuna acquisizione altisonante, dunque, ma solo un lavoro migliorativo su una sostanza già oggi a portata di mano: l’archivio Google.
TechCrunch spiega di avere altre informazioni a disposizione, ma di non poterle ancora ben interpretare: il puzzle è in via di completamento.