La terza generazione di Apple Watch potrebbe non riservare grandi sorprese agli utenti. A distanza di molti mesi dalla possibile presentazione, prevista per il settembre del 2017, un’informazione preliminare giunge dalla Cina: secondo alcune fonti riportate dall’Economic Daily News, pare infatti Apple non sia intenzionata a lanciare uno smartwatch dal rinnovato aspetto estetico. Nuove e migliorare le funzioni, ma racchiuse nella medesima scocca di Apple Watch Series 2.
Stando a quanto reso noto dalla testata asiatica, i nuovi Apple Watch saranno probabilmente prodotti da Quanta, il fornitore di Taiwan già responsabile degli ordini per le precedenti due generazioni degli smartphone di Cupertino. Secondo quanto avrebbero rivelato alcuni informatori vicini all’azienda, le cui generalità non sono state rese note, Apple non starebbe pianificando una rivoluzione estetica per l’orologio intelligente, bensì solo un miglioramento delle prestazioni. La stessa Quanta, tuttavia, non avrebbe voluto commentare la notizia, spiegando come si tratti semplicemente di una “speculazione di mercato”.
Al momento non giungono eventuali conferme dalle parti di Cupertino e, per questo motivo, il rumor deve essere necessariamente preso con le pinze. Inoltre, nelle scorse settimane diversi analisti a stelle e strisce hanno parlato di possibili novità proprio sul fronte della scocca, dopo un biennio di design sostanzialmente invariato, anche grazie alla pubblicazione di un brevetto per l’inserimento del meccanismo di feedback aptico all’interno del cinturino del device.
Non è dato perciò sapere quale sia la vera strategia di Apple sul fronte della progettazione estetica di Apple Watch, mentre sull’hardware emergono soltanto vaghe supposizioni. Gli analisti hanno parlato della possibile compatibilità con le connessioni cellulari, affinché lo smartwatch possa essere sfruttato in modalità standalone e senza un iPhone abbinato. Inoltre, è emersa l’eventuale introduzione di rinnovate funzioni biometriche, tra cui il riconoscimento del possessore tramite l’analisi univoca del battito cardiaco, per funzioni di sblocco e riattivazione facilitate.