Il display è senza ombra di dubbio l’elemento più importante dell’intero progetto Apple Watch, poiché da una parte ne è l’elemento caratterizzante (l’unica vera differenza apparente rispetto ad un comune orologio è proprio nel quadrante) e dall’altra è il punto esatto in cui si incontrano l’uomo e la macchina. Apple lo afferma anche sul proprio sito ufficiale, senza nascondersi: «non è solo un display: è il vero punto focale di ogni cosa».
«Il display Retina è la tua finestra sul mondo di cose che puoi fare con Apple Watch. E il panorama è splendido». Questione di contrasto, di densità dei pixel, di colori, di nitidezza. Su questo fronte non è infatti possibile cedere ad alcun compromesso: il colpo d’occhio sull’orologio è cosa fondamentale e per questo motivo l’impatto deve essere impeccabile: un nuovo font per rendere più facile la lettura, un formato pensato per massimizzare la visibilità e infine la robustezza: cristallo zaffiro («il materiale trasparente più duro dopo il diamante»), o vetro Ion-X per la collezione Sport. Un Apple Watch con una grafica non all’altezza, oppure con un display che si rovina facilmente, sarebbe un concept fallimentare: per questo la qualità è tale da consentire di scorgere chiaramente anche lo scostamento minimo di una lancetta, così che la magia possa effettivamente prender forma.
Apple Watch: Force Touch, nuova dimensione
Se il display è da sempre il luogo della bidimensionalità, su Apple Watch qualcosa cambia: la differente pressione del dito sullo schermo, infatti, implica un differente comando, così che la sensazione sia quella di un pulsante premuto più o meno a fondo. Sebbene non sia restituita una reale sensazione tattile relativa sul polpastrello, la differenza tra un “click” e un “tap” è formalmente codificata e il display è in grado di riconoscerla. Quello che prima era un “tocco”, ora può essere graduato in modi differenti e conseguentemente interpretato dal software.
C’è spazio però anche per l’apparenza di una sensazione tattile: così come nel tempo la vibrazione sul display ha ben sostituito la necessità di un feedback tattile in fase di contatto sullo schermo, così Apple adotta il nuovo Taptic Engine per simulare medesima funzione: «È un meccanismo che produce un feedback tattile: in termini meno tecnici, è in grado di trasmetterti un leggero tocco sul polso ogni volta che ricevi un avviso o una notifica, o quando premi a lungo sul display. Insieme al piccolo altoparlante che ti avvisa con discrezione, il Taptic Engine crea un’esperienza multisensoriale non invadente, sofisticata e ricca di sfumature».
La tecnologia Force Touch, la cui adozione è già ipotizzata anche per il futuro iPhone 6S (previsto per il prossimo autunno), può avere grande importanza su un dispositivo con display tanto limitato: «La nuova funzione Force Touch usa i minuscoli elettrodi attorno alla superficie flessibile del display Retina per distinguere tra un lieve tap e una pressione più forte, e ti dà subito accesso a diversi comandi specifici per ogni contesto: premendo con decisione sul display puoi aprire controlli aggiuntivi in app come Messaggi, Musica e Calendario; inoltre puoi scegliere fra i quadranti, mettere in pausa un allenamento o concluderlo, cercare un indirizzo in Mappe e fare tante altre cose».
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Non solo un display
L’attenzione riposta da Apple nello sviluppo del display è la fotografia dell’importanza di questo elemento nella valutazione complessiva del device: l’incontro tra l’orologio e l’occhio (o il dito) è il momento in cui trova origine il rapporto tra l’utente e lo smartwatch, dunque nulla può essere lasciato al caso.
La qualità dell’immagine, la precisione del tocco e le opzioni disponibili per l’interazione fanno parte del mix di ingredienti che Cupertino ha voluto nel calderone dell’Apple Watch prima di servirlo sul mercato. A conti fatti, l’investimento è stato intelligente e necessario: il display non è soltanto un display.