Mancano poche settimane all’arrivo nei negozi di Apple Watch, un dispositivo tanto atteso quanto a un pelo dal rasentare la più completa perfezione. In senso più che letterale, perché pare il dispositivo non abbia potuto includere altri sensori biometrici per la difficoltà di ottenere letture affidabili su uomini pelosi.
Sin dai mesi antecedenti alla presentazione dello scorso settembre, si è ipotizzato Apple Watch potesse includere dei sensori biometrici del tutto innovativi, non ancora presenti sui dispositivi della concorrenza. Fra questi, un monitor per la pressione sanguigna, un rilevatore dei livelli di stress e, addirittura, un sensore per i quantitativi di glucosio nel sangue. Componenti mai giunte sull’orologio intelligente poi presentato al pubblico, in grado di rilevare la frequenza cardiaca e poco altro. Per quale motivo?
Stando a quanto rivelato dal The Wall Street Journal, sulla base di alcune fonti rimaste anonime, Apple avrebbe rinunciato all’introduzione di sensori più sensibili per le difficoltà di ottenere letture affidabili e certe. La testata parla di un vero e proprio “buco nero”, dove i risultati empirici dei prototipi non avrebbero raggiunto gli altissimi standard che l’azienda desidera dai propri dispositivi. Fra questi, l’incompatibilità di queste funzioni con i polsi irsuti.
Sebbene i dettagli non siano stati del tutto rivelati, pare che i monitor già elencati non riuscissero a comportarsi correttamente se a contatto di pelle troppo secca o, ancora, in presenza anche di uno strato moderato di peli. E per evitare che la maggior parte degli utenti di sesso maschile fosse costretta alla ceretta per godere appieno di tutte le funzioni di Apple Watch, si sarebbe deciso di dotare l’orologio solo di strumentazioni capaci di letture incontrovertibili in qualsiasi condizione d’utilizzo.
Naturalmente, trattandosi di indiscrezioni non confermate ufficialmente dal gruppo di Cupertino, queste rivelazioni vanno prese con le dovute pinze. Il rischio è di finire nell’ormai annosa polemica pre-lancio, sempre più spesso a uso e consumo del chiacchiericcio online senza però prove sufficienti nella realtà. Si ricorderà di certo, ad esempio, come iPhone 6 sia stato inizialmente coinvolto da feroci critiche poi cadute nel nulla, quelle del Bendgate e dell’Hairgate. Nonostante le condivisioni online e i numerosi articoli sulla stampa, la possibilità che iPhone 6 Plus potesse piegarsi o strappare i capelli durante l’utilizzo si sono rivelate del tutto ridotte, se non completamente assenti. Non resta quindi che attendere il 24 aprile e le recensioni degli stessi acquirenti, a questo punto soprattutto fra quelli più irsuti.