Le applicazioni per iPhone possono violare la privacy degli utenti a loro insaputa, parola di Eric Smith.
Il ricercatore della Bucknell University, in Pennsylvania, ha infatti effettuato uno studio su alcune delle applicazioni maggiormente diffuse sui dispositivi della “mela”, arrivando a conclusioni che lasciano diversi dubbi.
Secondo Smith, infatti, molte di queste, durante l’utilizzo, inviano ai relativi creatori importanti informazioni personali, tra i quali il codice UDID, identificativo di ogni dispositivo, il numero di telefono, la posizione geografica e così via.
Il tutto, chiaramente, per favorire le aziende sviluppatrici in termini pubblicitari. Il 68% delle applicazioni analizzate è coinvolta nell’invio di dati personali, dunque una buona percentuale del totale. Qualunque applicazione viene installata tramite App Store ha accesso all’UDID, e non c’è alcuna possibilità di impedirlo, come riporta anche l’analisi di Smith.
Così come non esiste alcun meccanismo per prevenire la trasmissione di tali dati a terze parti nella versione attuale di iOS.