Forse non ha avuto tutta la pubblicità che avrebbe meritato la Carta Etica Digitale, l’iniziativa dell’associazione Innovatori, presentata e approvata il 25 ottobre al Venezia Camp. La Carta, sottoposta a consultazione di tutti i possibili interessati, è un documento molto importante per uscire dall’ignoranza e dalla faziosità con cui viene di solito trattato il tema dell’accesso a Internet. Nasce da un’esperienza simile condotta dai blogger tedeschi qualche mese fa, con il loro Internet Manifesto.
Il pregio della Carta, nella sua semplicità, è quello di contenere affermazioni impegnative e concettualmente importanti: per esempio, questa: “A chiunque deve essere universalmente garantita l’opportunità di accedere ad Internet per la diffusione del proprio libero pensiero” (art. 1) oppure, all’art 5 “Chiunque nella diffusione di informazioni deve accertare, prima delle divulgazione delle stesse, l’attendibilità della fonte”.
Sul tema della libertà di espressione, c’è un punto molto significativo, il 7, che recita “Chiunque può ricorrere a sistemi di informazione anonima qualora il Governo del proprio Paese ponga in atto azioni lesive verso i diritti e le libertà fondamentali dell’uomo”. Ovvero, l’anonimato come forma di resistenza digitale all’autoritarismo centralizzato.
Anche l’art. 3, “I Governi sostengono l’utilizzo di Internet sviluppando procedure di amministrazione che assicurino trasparenza, efficacia e tempestività nei rapporti tra Stato e cittadino”, merita di essere riportato. Suona ancora più come un auspicio che come una realtà a portata di mano, ma qualcosa su questo fronte si sta muovendo anche in Italia.
Il testo completo della Carta è disponibile all’indirizzo innovatori.net/notizie/notizie4.htm.