«È una legge di grande civiltà e il pieno consenso che si è realizzato su di essa onora il Parlamento». Con queste parole il ministro per l’Innovazione e le Tecnologie Lucio Stanca ha annunciato l’approvazione della legge sull’accessibilità. Il dispositivo enuncia i termini per un regolare accesso alle risorse, ivi compresa Internet, da parte degli oltre 3 milioni di disabili italiani.
Il testo definitivo non differisce da quello approvato alla camera lo scorso ottobre. Tre i punti fondamentali del testo approvato:
- Se nei confronti della pubblica amministrazione la legge apporta obblighi sorretti da sanzioni in caso di illecito, nei confronti dei privati lo Stato si muove con incentivi tali da favorire un avvicinamento agli standard previsti per un democratico accesso alle risorse;
- Una delle finalità principali riguarda la didattica: l’articolo 5 sottolinea la necessità di favorire l’accesso agli strumenti d’istruzione da parte dei disabili, con particolare riferimento a non vedenti o ipovedenti;
- La legge sarà seguita da un regolamento governativo e da un decreto. Il regolamento governativo sarà adottato sentite le Associazioni dei disabili e dopo aver acquisito il parere delle Commissioni parlamentari competenti: servirà per l’attuazione delle norme approvate con la legge. Il decreto espliciterà invece i contenuti concreti degli obblighi previsti e sarà tenuto aggiornato con l’evolversi delle innovazioni della tecnologia.
L’impatto sulla rete Internet è forte, anche se limitato all’ambito pubblico: i siti Web delle pubbliche amministrazioni creati ex novo o soggetti a «rinnovo, modifica o novazione» dovranno essere accessibili secondo le linee guida definite nel regolamento tecnico da approvare entro 90 giorni dall’entrata in vigore della legge. Questo sarà ispirato ai regolamenti europei che a loro volta utilizzano le linee guida della WAI del Consorzio WWW. Per i privati sono previsti solo incentivi per favorire l’accessibilità dei propri siti e nessun obbligo.
Sanzioni disciplinari sono previste per quei dipendenti pubblici che contravvengono alle regole della legge e verranno dichiarati nulli tutti quei siti Web che non prevedono criteri di accessibilità seppur obbligati.
La cosiddetta “Legge Stanca” è stata recentemente indicata, nell’ambito di un vertice tra Europa e Stati Uniti sulla Disabilità, come un esempio da seguire. Il largo consenso ottenuto dalle disposizioni contenute nel provvedimento trova la sua base nel pieno riconoscimento del “diritto di ogni persona ad accedere a tutte le fonti di informazione e ai relativi servizi”, diritto garantito in primis dai principi riscontrabili nella carta costituzionale nazionale.
Il disegno di legge fu presentato dal ministro Stanca la scorsa primavera. Anticipato dalla legge Campa-Palmieri del dicembre 2002, trovò subito una sostanziale approvazione del Parlamento.
Il percorso della legge è stato rallentato dalle molte proposte, alcune delle quali semplici copie di altre, presentate alle camere durante il corso del 2003, anno europeo delle persone con disabilità. La Commissione incaricata dell’esame preliminare del progetto si trovò così a dover mediare diversi progetti di legge mantenendo il disegno Stanca come principale spina dorsale.
La commissione iniziò l’esame della legge lo scorso giugno, l’approvazione unanime della Camera dei Deputati giunse il 16 ottobre. Oggi la Commissione Lavori Pubblici e Comunicazioni del Senato, in sede legislativa, ha appprovato definitivamente il testo che diventa legge di Stato.