L’alternativa a Google Play Store, Aptoide, continua la sua battaglia contro il colosso di Mountain View che stando a quanto afferma la compagnia portoghese starebbe facendo concorrenza sleale. E nonostante una causa vinta lo scorso ottobre, Google continua a proseguire con la sua politica di ostracismo.
Facciamo un piccolo passo indietro. Ad ottobre, Aptoide ha vinto una causa legale contro Google in Portogallo (la compagnia è infatti portoghese) con la quale chiedeva a bigG di non cancellare Aptoide dai device Android degli utenti, senza il loro consenso. La stessa suite per la sicurezza Play Protect consiglia agli utenti di disinstallare Aptoide o addirittura lo rimuove dal sistema. Il risultato: lo store alternativo ha perso qualcosa come 2.2 milioni di utenti sui 250 milioni. Un tribunale portoghese ha però dato ragione ad Aptoide, bandendo addirittura Play Protect dallo stato.
A distanza di sette mesi, però, nonostante il verdetto del tribunale portoghese non sembra che Google abbia preso la cosa seriamente e continua a mettere i bastoni tra le ruote ad Aptoide e Google Play Protect continua a indicare lo store alternativo come pericoloso senza fornire ulteriori dettagli. Per questo motivo la compagnia ha aperto la pagina web “Google, Play Fair” con la quale chiede a Google di “giocare pulito”.
Ma Aptoide può davvero essere considerata un’alternativa sicura a Play Store? Secondo il numero uno della compagnia Paulo Trezentos – ovviamente – sì, grazie ad un sistema di verifica dei contenuti affidato agli stessi utenti.
Più che la sicurezza, secondo Trezentos Google vuole penalizzare Aptoide perché propone agli sviluppatori delle percentuali più basse per le royalties: il 19% contro il 30% di bigG. E ora? Aptoide ha fatto sapere di essere già al lavoro per presentare denuncia alla Commissione Europea per chiedere che venga rispettata la sentenza del tribunale portoghese di ottobre.