I rumor hanno trovato conferma: il cosiddetto Archive Search, del quale era stata riscontrata la registrazione di un certo numero di domini da parte di Google, è divenuto realtà nella notte e costituisce l’evoluzione di Google News. Non solo: ne contraddistingue un vero e proprio compimento. Archive Search, infatti, raccoglie molti piccioni con una fava sola portando a Google nuovo materiale per la ricerca, nuove opportunità per un rapporto più tranquillo con la stampa ed infine una possibile fonte di entrata che motiva anche economicamente il servizio.
Il funzionamento è pari pari quello di Google News: si cerca un qualsiasi personaggio o argomento e si ottiene come risultato tutte le news relative alla query immessa. I risultati sono restituiti in funzione della pertinenza dell’articolo con l’item ricercato, ma è possibile altresì ricevere un elenco in “timeline” che offra uno spaccato dei risultati suddiviso in base alla data di pubblicazione dell’articolo.
Il nuovo Archive Search non è implementato direttamente in Google News, se non tramite semplice link, e ne contraddistingue una appendice parallela. Non è detto che, un domani, il tutto possa fondersi in un progetto unico in grado di unire le due anime dell’informazione. Il servizio trae sicuramente origine dalle polemiche che hanno messo Google in difficoltà di fronte alle proteste delle agenzie che si vedevano defraudate dei propri contenuti una volta indicizzati nell’aggregatore del motore di ricerca. Una serie di incontri ha permesso alle parti di convergere ed il nuovo Archive Search ha trovato presto realizzazione.
Da non sottovalutare il fatto che l’archivio vada indietro di ben 200 anni (una semplice ricerca come questa offre risultati risalenti al 1804) e raccolga fonti assolutamente prestigiose quali New York Times, Washington Post, Wall Street Journal, Reuters (tramite Factiva, joint venture tra Dow Jones e Reuters Group) o l’Enciclopedia Britannica. Per l’Italia dopo una breve serie di ricerche è stato possibile riscontrare la presenza de Il Giornale, Panorama, Quotidiano Nazionale, Il Giorno, RaiNews24. Il servizio, sia pur se necessitante di maggior completezza, è decisamente affascinante e mette a disposizione un quantitativo ingente di materiale prima suddiviso tra una moltitudine di fonti e difficilmente ritrovabile.
Parte del materiale è a pagamento. Ogni fonte propone una forma propria (pay-per-view, abbonamento) e Google reindirizza semplicemente alla pagina della sottoscrizione. Va sottolineato come Google non riceva alcun compenso dal traffico direzionato verso gli articoli a pagamento e l’unica forma di introito è costituita dalle pubblicità in comparsa a lato dei risultati della ricerca. L’esistenza di forme di pagamento apre comunque la strada ad una futura ulteriore possibile evoluzione del servizio: Google Checkout potrebbe essere lo strumento ideale per facilitare gli acquisti ed aumentare gli introiti per le parti chiamate in causa.
La mission aziendale è ancora una volta perseguita: nuove informazioni sono a disposizione dell’utenza, la quale con un solo modulo di ricerca può ora accedere ad un immenso archivio di informazioni prima pressochè irraggiungibili. Rimane da valutare l’appeal degli articoli a pagamento in un contesto come quello del web ove l’informazione gratuita è presente in grande quantità e spesso anche ad alto livello qualitativo. Il valore aggiunto degli articoli stessi è presumibilmente identificabile nella loro età anagrafica e per ricerche a scopo didattico lo strumento diventa in tal senso un punto di riferimento quantomeno prezioso.