Tutta la conoscenza di Albert Einstein finisce in un ricchissimo archivio online. L’Università Ebrea di Gerusalemme ha infatti lanciato una versione aggiornata dell’Einstein Archives Website, un progetto in collaborazione con l’Einstein Papers Project dell’Istituto di Tecnologia della California dell’Università di Princeton, contente oltre 80.000 documenti, inclusi 40.000 scritti personali e oltre 30.000 appunti scoperti a partire dagli anni ’80.
L’ambizioso archivio, iniziato nel 2003, ha contenuto fino ad oggi 43.000 documenti, molti dei quali in versione manoscritto originale dello stesso Einstein. Suddivisa in cinque categorie in base alla cronologia di vita fino al 1921 – attività scientifica, persone ebree, l’università ebrea, attività pubblica e vita privata – la straordinaria collezione ora si aggiorna non solo con nuovi file, ma anche con una nuova modalità di ricerca e una rinnovata esperienza d’uso.
L’utente può ora cercare i singoli manoscritti per soggetto o, nel caso si trattasse di una missiva, per mittente e destinatario. Su ogni foglio, poi, viene ora mostrata la provenienza, il periodo storico e la cronologia di pubblicazione, compresi altri dettagli a seconda si tratti di un documento già reso pubblico o di recente scoperta. Per parti particolarmente corpose, o non ancora completamente presenti in versione digitale, il pubblico dovrà però contattare direttamente l’Università Ebrea di Gerusalemme, ottenendo così uno scan del materiale desiderato.
Hanoch Gutfreund, ex presidente dell’Università e attuale dirigente degli Einstein Archives, ha così commentato il miglioramento del progetto:
«Il sito rinnovato è un’altra espressione dell’intento dell’Università Ebrea di condividere con l’intero mondo culturale questa vasta proprietà intellettuale, donata nelle sue mani dallo stesso Einstein.»
Il legame tra l’università e lo scienziato è stato sempre molto forte, considerato come Einstein figuri fra i fondatori e i sostenitori più fedeli. Per il pubblico ammaliato dalla genialità dell’uomo più importante del ‘900 – senza alcune sue intuizioni il Pianeta non avrebbe mai goduto del livello di avanzamento tecnologico attuale – il sito rappresenta un’opportunità unica per scoprire la sensibilità di un uomo, oltre che l’essere visionario di un accademico. Constantemente fuori dagli schemi, spesso considerato un pazzo, Einstein ha tramandato alle generazioni future quel pizzico di follia necessaria alle scoperte più incredibili, perché «la mente che si apre a una nuova idea non torna mai alla dimensione precedente».
[nggallery id=422 template=inside]