Se le ipotesi di Jon Stokes su Ars Technica si dimostreranno veritiere, molti utenti resteranno delusi: pare infatti che ad equipaggiare gli iPad non ci sia una CPU ARM multi-core di stirpe A9, ma un comune A8 come quelli di iPhone, iPod touch, Palm Pre o Motorola Droid.
Stokes afferma che anch’egli, da principio, credeva nell’introduzione di una qualche variante ad hoc e multi-core di un Cortex A9, il che oltretutto spiegherebbe il miliardo di dollari di costi di sviluppo sostenuti da Cupertino.
E invece, il chip ribattezzato A4 in onore di Apple, non racchiuderebbe nessun segreto informatico:
Sembra proprio che l’A4 sia un SoC da 1 GHz assemblato su misura con un Cortex A8 a singolo core e una GPU PowerVR SGX. Il fatto che l’A4 usi un singolo core A8 non è stato reso pubblico, ma diverse fonti mi danno per certa la correttezza di queste informazioni (vorrei essere più specifico di così, ma non posso proprio).
In pratica, stiamo ammettendo che nell’iPad ci sia grossomodo la stessa tecnologia degli altri dispositivi mobili con la mela, niente di più e niente di meno. Ma allora come giustificare costi tanto alti di sviluppo? Sembra che il chip sia stato ridotto all’osso e che siano state epurate tutte le funzionalità non necessarie previste nel design generico del processore (design che di solito viene abbracciato tout court dai prodotti concorrenti).
Ciò significa che quasi tutta la capacità d’elaborazione è a disposizione del Sistema Operativo, e questa è anche la spiegazione alla estrema responsività dimostrata durante la presentazione: svincolato da feature e carichi computazionali non necessari, il software sarebbe stato ottimizzato a tal punto da far pensare ad una piattaforma hardware totalmente diversa.